E fu così ci prendemmo anche delle puttane, in effetti mancava all’appello.
L’uscita di Di Battista e Di Maio i leader del partito 5 stelle sta facendo il giro del mondo e così volevo spendere due righe per dire la mia, ma giusto due righe perché in fondo non si meritano molto.
Noi giornalisti siamo quelli che questo lavoro, sognato da sempre, non riusciremo a farlo mai o quasi mai come vorremmo.
Essere giornalisti, oggi, non vuol più dire essere un prescelto che si cimenta in un lavoro nobile, tutt’altro, essere giornalisti vuol dire essere appaiati a la qualunque in grado di fare una frase con soggetto – verbo – complemento senza un minimo di cognizione di causa, della serie “che ci vuole, sono capaci tutti” e fanculo alle lauree, ai master che ti spennano e agli stage sottopagati.
Ma mettetevi comodi perché il bello deve ancora venire.
Noi giornalisti di oggi siamo quelli che questo lavoro se lo devono mantenere, manco fosse una suocera o un fidanzato sfaticato, siamo quelli che per fare anche i giornalisti dobbiamo essere pronti e capaci a fare tutt’altro, siamo quelli che non possono neanche permettersi di guardare il conto in banca per paura di avere un mancamento, siamo quelli che non esistono domeniche, Natali, Pasque, ferie, giorno e notte e notte e giorno, siamo quelli che non possono stare fermi, quelli che devono stare al passo, quelli che ci rimettono, quelli che comunque vada non sono stati onesti, siamo quelli esaltati, poco umili, capaci solo di sparare sentenze, siamo quelli che “uomo o donna” c’è una bella differenza, siamo quelli che pioggia, vento, sole, ciclo, febbre a 39, gravidanza, labirintite, cambia poco, se vuoi avere due spicci “zitto e lavora”, siamo quelli che non possono presentarsi in gonna perché “Dio che volgarità” ma nemmeno in tuta “Da dove è uscita questa? Dalla Decathlon?“, siamo quelli che il disordine è il nostro pane quotidiano e che la pausa pranzo l’abbiamo consumata in macchina e che la macchina è sempre un ufficio, siamo quelli che devono necessariamente sapere tutto (altrimenti non siamo in grado) ma se sappiamo “tutto”, “Che pettegola”, siamo quelli che devono avere sempre coraggio a prescindere e a cui, talvolta, viene posto il divieto di sentimenti, o addirittura d’innamorarsi.
C’è sempre un però nelle cose.
Siamo quelli veri, quelli che la codardia non sanno dove si trovi, siamo quelli sempre sul pezzo e se lo siamo non è solo per tempismo, è per passione, la nostra arma migliore. Non posso dire che siamo tutti uguali e forse il bello è proprio questo, il non essere tutti uguali, perché c’è chi preferisce la carta stampata, chi il web, chi un blog che riesce ad aggiornare solo all’una passata di notte e sui cui si poseranno forse tre paia di occhi, siamo quelli che credono ancora nel diritto d’informazione e nella verità, quelli curiosi, che scavano, che vanno a fondo e non s’arrendono, quelli da “sposare” nonostante una vita piena di casini e nonostante nessuno abbia il coraggio di farlo, siamo quelli nati con questa predilezione o riscoperta lungo un percorso, ma attaccata visceralmente al più profondo e remoto dei sogni richiuso nel più segreto dei cassetti di un armadio a sei ante rilegato in soffitta, ricoperto di polvere ma mai troppo lontano dalla nostra luce, quella che, in un modo o nell’altro, sa sempre emergere dal buio più profondo.
Siamo quelli delle spalle larghe, della vita in salita perenne, dei sacrifici che non bastano mai e quelli della mente e del cuore, sempre e incondizionatamente…fuori dal coro ma unici.
Poi forse, o senza forse, qualcuno sarà pure pennivendolo e puttana, perché in fondo alla fine del mese dobbiamo arrivarci tutti e perché essere puttana, il mestiere più antico del mondo, ha anche quel non so che di tradizione, storia, memoria.
La nostra più grande fortuna, però, la costituite voi, che ogni tanto sparate a zero dandoci luce ma che soprattutto, passino le esigenze del paese, passino i decreti, le leggi, le presenze in parlamento, le promesse mai mantenute, il dovere, la dignità e l’orgoglio di saper rappresentare al meglio un grande paese, passino tutti questi fronzoli, l’importante è “a puttane sempre presenti”.
Buonanotte Cara Italia.