Quante volte avete sentito questa frase o quante volte siete stati voi stessi a pronunciarla?
Beh, oggi avete un motivo in più per farlo, perché oggi, un po’ come vi accennavo in un post di qualche settimana fa, è il “Qualcosa Day” ovvero il World Pasta Day.

A Dubai (poverini) si celebra oggi la ricorrenza ad uno degli alimenti più amati al mondo che per una volta vede gli italiani in prima linea: un piatto di pasta su quattro deriva proprio dalla nostra amata penisola.

Gli ingredienti sono semplicissimi: acqua e semola di grano duro, ma le varianti non mancano, ce n’è davvero per tutti i gusti. Io ad esempio non rinuncerei mai ad un piatto di carbonara (sempre robe leggere) consapevole che i miei maniglioni antipanico dell’amore me li tengo stretti; ma anche i famosi “due spaghetti aglio e olio” dove li lasciamo? E gli gnocchi fatti in casa di mia madre in cui, e lo dico con molto orgoglio, ogni tanto mi cimento pure io? Per non parlare delle lasagne, ma quelle meriterebbero pagine e pagine di questo sito.

È il pasta day, gente, e se anche voi come me amate questo alimento, oggi, soprattutto oggi, sedetevi a tavola e gustatevi un bel piatto di pasta senza alcun senso di colpa.

 

Una donna che sa fare la pasta a regola d’arte ha un prestigio che resiste anche oggi a qualsiasi altro richiamo dei tempi. (Sofia Loren)

 

Questa sera ci sarà una delle sfide che negli anni novanta era tra le più affascinanti in assoluto, questa sera ci sarà Manchester UnitedJuventus.

Altri tempi, altri campioni, altre ambizioni, altri modi di giocare, tutto un altro calcio insomma, eppure…quando girovaghi sul web e ti imbatti in un ricordo così sai che quel fascino e quei brividi erano tutta un’altra storia, ugualmente amorevole, infinitamente indelebile…

…in fondo è questo il destino delle leggende, durare per sempre? Non esattamente, è emozionare per sempre. Ed oggi come allora mi pare di avere la stessa adrenalina addosso, quelle immagini scorrono nella mia mente come fosse ieri e quella pelle d’oca è proprio sotto la mia giacca.

Gli anni passano, le emozioni cambiano, la fede è per sempre così come la consapevolezza che nessuno eguaglierà mai Alessandro Del Piero. 💙

Il primo sguardo è stato il tuo, i nostri occhi si sono incrociati e si sono scelti, si sono intrecciati senza mai più slegarsi.
Le prime mani sono state le tue, mani che mi hanno cullato e scaldato, mani che mi hanno dato l’appiglio a cui mi sono sempre aggrappata con la convinzione che da lì non sarei mai caduta.
Le prime braccia sono state le tue, braccia che mi hanno accolto, consolato, confortato, tenuta al riparo quando avevo bisogno di protezione, lasciato andare quando le sentivo troppo strette per le mie ali ingombranti.
La prima dose di passione, di grinta, di testardaggine, di determinazione, di ribellione, di coraggio, di cazzutaggine, di permalosità, arriva da lì, da quel caratteraccio a tratti spigoloso, a tratti troppo sensibile, orgoglioso per dimostrarlo al mondo, forte abbastanza per trattenere tutto dentro, assorbire i colpi e restare in piedi, camminando a testa alta con gli occhi dritti all’orizzonte e l’obiettivo mai troppo distante da far prevalere il tremolio delle gambe su quello del cuore.
Ma davvero tu, proprio tu, sei qui a preoccuparti del giudizio della gente? Tu che più di tutti ha imboccato la tua strada fregandotene delle scorciatoie e dimostrando di farcela con le tue sole forze?
Tieni sempre a mente dove finisce l’uso e dove comincia l’abuso
Tutto ciò che non uccide, fortifica“.

È passato del tempo, tanto non lo so, quanto basta per rendermi conto che ancora oggi ogni primo pensiero dinanzi alla salita, a pochi metri dal traguardo, o pochi metri dopo averlo oltrepassato è per te, te che sei forza assoluta, roccia che non sa sgretolarsi e bene infinito.
Come sempre questa è per te, per tutte le volte che me l”hai cantata e per tutte le volte in cui ancora risuona nella tua testa, te che sei e sarai sempre la mia roccia, ed io la tua bambina.

Buon Compleanno Papy 💙

Sta storia che ogni giorno è una giornata mondiale di qualcosa secondo me ci sta un po’ sfuggendo di mano, all’appello credo manchino solo la giornata mondiale del “Mai Na Gioia” e la giornata mondiale della Mary Seven, che di sto passo è prossima più alla commemorazione di se stessa che a tutto il resto.
Giornate mondiali che crescono come i funghi (vista la stagione), buttate nel calderone come castagne (vista la stagione) raccolte alla domenica mattina nel boschetto che ti ha visto protagonista indiscussa la sera prima (di 15 anni addietro però), giornate mondiali che di sto passo superano le giornate da calendario, roba che tra un po’ altro che 365 giorni all’anno e giornate da appena 24 ore, pfff dilettanti.
Ma al di là di quest’analisi tecnico – tattica, ecco che oggi facebook, google, ed il web in generale ci ricorda che today is the “Smile Day”, ovvero la giornata mondiale del sorriso. Ridere fa bene al cuore, all’umore, al benessere psico-fisico e non lo dico certo io che non sono mai riuscita nemmeno a fare l’esperimento con il microscopio in seconda media, lo dicono gli esperti; esperti di cosa anche lì non l’ho mai capito, ma diamogli fiducia per una volta a questi esperti, che ci costa.
Ma quindi io che sono qui a fare? Niente se non che con tutto il romanticismo che c’è in me (e che SEMPRE mi contraddistingue 🙈), vi faccio un bel copia – incolla di frasi dedicate al sorriso, la miglior arma al mondo per distruggere la tristezza e vivere bene, perché non c’è complimento al mondo che tenga quanto:
“È un po’ che non ci vediamo” – “Già…”-  “Ti trovo in forma” – “Bah insomma, non direi, si fa quel che si può” – “Una cosa è certa però…la tua miglior arma mica l’hai persa” – “Quale arma? Di che parli?” – “Del tuo sorriso…” – “Intanto hai scelto lei” – “Hai ragione, ma io un sorriso così, non l’ho mai più incontrato”
💙

Citazioni & Aforismi 

“Poi mi chiedi come sto e il tuo sorriso spegne i tormenti” – Tiziano Ferro 

“Mi dissero che per farla innamorare dovevo farla ridere, eppure ogni volta che sorride, m’innamoro io” – Tommaso Ferraris

“La sorgente di un vero sorriso è una mente risvegliata” – Thich Nhat HanH

“Chi ti fa sorridere ti salva la vita senza saperlo” – Anonimo

“Non sapremo mai quanto bene può fare un semplice sorriso” – Madre Teresa di Calcutta

“Un giorno senza sorriso è un giorno perso” – Charlie Chaplin

“Sorridi, come tu solo sai, sorridi e non finire mai, io ti voglio così, angelo mio…”  – Gianna Nannini

“Cosa ti metti per sembrare così giovane? A ridere, io mi metto a ridere” – Schivami, Twitter

“Ci son persone che vivono per il tuo sorriso e altre che rosicheranno quando capiranno di non essere riuscite a spegnerlo” – Roberto Benigni 

“Ci vogliono settantadue muscoli per fare il broncio ma solo dodici per sorridere. Provaci per una volta” – Mordecai Richler 

“Niente provoca una gioia più grande del sorriso di un bambino” – Pianeta Donna

“Il sorriso, la dignità e le mutande sono le uniche cose che nessuno deve mai riuscire a portarti via senza il tuo permesso” – Clelia Moccia

“Il sorriso è la distanza più breve tra due persone.” – Victor Borge

“Le cicatrici sono il segno che è stata dura. Il sorriso è il segno che ce l’hai fatta…” – Madre Teresa di Calcutta

“Tu hai sei sorrisi: uno quando qualcosa ti fa ridere davvero, uno quando sorridi solo per educazione, uno quando sei imbarazzata, uno quando ti prendi un po’ in giro, uno quando stai facendo dei progetti… e uno quando parli dei tuoi amici” – Film, un appuntamento da sogno

“Tu hai cinque sorrisi: uno quando pensi che qualcuno è un idiota, uno quando capisci che è veramente un idiota, uno quando ti stai vestendo a festa, uno quando canti barry white e uno quando stai guardando a me” – Film, un appuntamento da sogno

“I suoi occhi e il suo sorriso mi fregano sempre, sempre…è lì che mi perdo” – Mary Seven

 

Si celebrano oggi i nonni, sinonimo di bontà, forza, amore incondizionato, abbraccio.
Sinonimo di angeli custodi, talvolta, come nel mio caso.
Si celebrano oggi ma si adorano ogni giorno perché in fondo la scorta di caramelle arriva da lì, ma anche tante sembianze del nostro carattere e del nostro aspetto che spesso prendono origine dal “Grand Père” o dalla “Grande Mère” che ci ha visto nascere, crescere, sbocciare.
Non tutti hanno questa fortuna, purtroppo, ma tutti a mio avviso devono riuscire a trovare il senso per darsi pace di fronte alle dure prove che la vita ti sbatte in faccia e di fronte ai vuoti che in realtà non saranno mai colmati. Garantisco, però, che sapere di somigliare a colei che mi ha dato i capelli ricci, la ciccetta, il nome e la mia smisurata passione per il mondo del calcio (ma anche la forza per far valere i miei diritti), dà sollievo ed anche speranza nella convinzione che un giorno quelle mani possano finalmente intrecciarsi e quegli occhi perdersi gli uni negli altri.
Così lontani, ma così vicini, con i buchi nel cuore che solo la vostra luce, filtrando le nuvole, sa rendere meno bui.
Teneteveli stretti i nonni anche quando brontolano, soprattutto quando brontolano, non avete di quanto quel borbottio significhi amore.
Grazie per le capriole e le Rossana, grazie per le partite a carte ed il tuo umorismo, grazie per quella foto e per quelle tracce di te, in me.
Buona festa a tutti i nonni, ma soprattutto ai miei, dolci angeli custodi.

Ps. non può essere un caso che per la festa dei nonni sia stata scelta la data del 2 ottobre, giorno in cui la Chiesa celebra i suoi angeli custodi, e no, non può essere un caso che prima di questa scelta il giorno dei festeggiamenti combaciasse con il 29 settembre, San Michele. 💙

Se al mattino il panorama dalla vostra finestra non è esattamente questo, e se un panorama così non lo trovate nemmeno nel vostro letto o ancor peggio nemmeno se sfogliate tutte le foto profilo whatsapp di tutti i numeri salvati dal 92 ad oggi (compresi quelli dell’idraulico che vi ha sistemato il water nel 2012 e dei flirt estivi dell’estate 2004 quando eravate giovani, poco più che maggiorenni, magre e con le tette), non vi resta altro da fare se non passare in via Carlo Noè a Gallarate. Perché Yamamay che spesso ha fatto in mille pezzi la nostra autostima con poster di strafighe da urlo capaci di creare coda anche alle 3 di notte, per una volta si è ricordata delle comuni mortali che non solo per indossare un completino da top model devono vendere un rene causa tour “tutto compreso” dal chirurgo plastico ma che soprattutto uno così only nei poster, col binocolo, di passaggio e mettiamoci pure un po’ di nebbia.

Grazie yamamay, grazie CR7, il bel paese è ancora più bel da qualche mese a questa parte

Ps. No, non è una grattugia per il formaggio e no, i quadratini non sono quelli di tetris.

Lo so, lo so, lo so e lo so. Lo so.
Sono un disastro ed una brutta persona perché sono ben 2 settimane che non passo di qui.
Ma la vita, o meglio la MIA vita, già di per sé incasinata, caotica, stressante, a volte sa anche sorprenderti e non sempre in positivo. “Non sai mai quanto sei forte, finché essere forte è l’unica scelta che hai“.
E con questa frase che mi sbatto in faccia da sola, per l’ennesima volta, chiudo e vado avanti.
Anche perché non è questo il motivo per cui passo di qui.
Vi confesso però che nonostante siano state due settimane intensissime (per me sopravvivere a settembre è peggio che sopravvivere al Titanic…a proposito ma avete sentito che lo rifanno al cinema per il suo 20esimo compleanno? Cioè ma quanto sono vecchia? Tralasciamo) e nonostante abbia 8627162933202577 di cui parlare,  questa sera, o meglio pochi minuti fa, mi si è accesa la lampadina. E no, non parlo della Champions, no nemmeno della doppietta di Cristiano Ronaldo di domenica, né dell’Italvolley (e qui dovrei aprire un paio di capitoli), ma neanche di tutti gli arretrati di questi giorni (dai Ferragnez alle mie aste del Fantacalcio, cioè, ma di cosa stiamo parlando? Alta scuola proprio), vorrei parlare solo ed esclusivamente di ciò che i miei occhi e le mie orecchie hanno appena visto e sentito.
Mettetevi comodi ragazzi, perché lo sapete stasera cosa è ricominciato?
Sì, proprio quella roba lì, TEMPTATION ISLAND. Ma attenzione, perché siamo saliti di livello. Non è un Temptation Island qualunque, di cui comunque ci siamo cibati per un’intera estate al ritmo di “C’ho la malattia delle donne” è TEMPTATION ISLAND VIP. Mica pizze e fichi. Vip, vi rendete conto? Cioè Vip del calibro di Sossio Aruta, di Andrea Zenga, di Nilufar Addati e Giordano Mazzocchi (questa è una coppia, per intenderci, ma chi è il vip tra i due non è dato sapersi), ma non vi viene la pelle d’oca solo a pensarci? A me viene un po’ più il vomito, ma va beh.
Ad ogni modo bando alle ciance e andiamo dritti al primo falò.
Sì, tre giorni e già un falò. Lui, Fabio Esposito, c’entra con il mondo della moda anche se a giudicare dai suoi risvoltini imbarazzanti si direbbe tutt’altro, lei Marcella Esposito, è la sua assistente. Il solo fatto che debbano condividere la giornata 24 ore su 24 giuro mi fa venire l’orticaria, mi viene il dubbio che lui le cambi pure l’assorbente in quei giorni lì. Comunque, entrano a Temptation Island Vip perché lei ha bisogno di spazi. Lui giustamente dopo BEN tre giorni la rivuole indietro perché “Ha capito tutto”, perchè poi in fondo si sa che gli uomini in tre giorni capiscono tutto. Quando lei vede il video di richiesta per poco non emigra in Malesia, non si presente al falò e confeziona un video in cui racconta di quanto fallirebbe se si presentasse. Spento il pc (niente, nemmeno per i vip è stato messo in conto un iPad) lui, dall’alto della sua intelligenza e dopo che ha capito tutto dice: “Ma lei sta arrivando?”. Per me nemmeno con un tutorial ce l’avrebbe fatta. Intuito il fatto che di Marcella non c’è traccia decide di voler invadere il villaggio delle donne. La produzione lo ferma, spiega a quella poverina che il suo fidanzato non ce la fa ed in preda a non so quale atto di pietà, si avvia a sto benedetto falò. Prova a spiegare al genio che in tre giorni lui non le ha lasciato né lo spazio né può aver capito un h, ma niente, lui, imperterrito (e dimenticavo con una scatoletta rossa nella sabbia pronto a chiederle di sposarla), continua a parlare a vanvera e a peggiorare la situazione del suo intelletto. Quando Simona Ventura chiede “uscite insieme o separatamente”, Marcella dice “insieme” tenendosi stretta il demente seppur col fumo che le esca dalle orecchie. E vissero felici e contenti. Se va beh, questo è proprio l’amore, quello razionale ed indipendente. A posto così, per la prima puntata ne abbiamo già viste abbastanza.
Scorci di pubblicità ci mostrano un Bettarini (sì, c’è anche lui, poteva forse mancare con la sua ex per eccellenza?) già in grande spolvero fra balli e strusciate varie.
Conto alla rovescia, martedì prossimo temo che del vomito inizieremo già a sentirne l’odore. Auguri proprio e grazie Temptation Island Vip per essere riapparso nelle nostre vite.
Dimenticavo: spia il tuo amore ma segui il tuo cuore. Gesù salvaci. Amen.

Sono rientrata da tre giorni e ho già iniziato a sbirciare i ponti ed i fattibili momenti di relax prevedibili per la prossima stagione, così da portarmi avanti, da non prenotare tutto all’ultimo minuto come il mio solito, così da lanciarmi su easyjet alla caccia di un volo fighissimo a pochissimo prezzo, così da spuntare qualche voce dalla lista “Posti che vorrei vedere” ma, d’un tratto, mi sono ricordata del lavoro che faccio e mi sono data l’unica risposta plausibile: io non ho ponti né giorni liberi da qui al 2000 e mai. Perfetto.
Le domeniche dunque saranno la solita corsa tra un campo di calcio e l’altro, non senza concedermi il lusso di indossare una divisa (nella quale non entrerò più, pace e bene), mentre le lasagne di mia madre saranno il continuo sali scendi dal mio esofago al mio stomaco (ribadisco che non entrerò nella divisa e ragionandoci bene nella taglia che vorrei non ci sono mai entrata, a posto così). Zaino e computer in spalla, borsone nel baule comprensivo di cambio d’abito per l’apericena della domenica sera, una volta sopravissuta a tutto, whatsapp che chiede pietà, l’iphone che mette a dura prova la sua batteria, imprecazione facile nel caso di pioggia, dono dell’ubiquità per essere su più campi, chiacchierata amichevole con il nonnino tifoso di turno, messaggino tattico “Potevi mettermelo mezzo voto in più”. Va beh, il quadro sulle mie future domeniche è chiaro.
Molto bene, andiamo avanti. Dicevamo? Ah sì, le mie vacanze.
Il solito sproloquio ve lo risparmio, questa volta mi butto su una lista stile figure Panini “Ce l’ho, ce l’ho mi manca”.
Al netto delle mie tre/quattro tappe ecco il mio tirar le somme su sti benedetti 16 giorni di holidays.

Tappa n° 1 – Berlino
– Viaggio di andata, nessuna esplosione del bagaglio a mano ✔︎
– Farsi perquisire all’aeroporto causa bomboletta di schiuma per i capelli ricci eccessivamente grande  ✔︎
– Viaggio di ritorno, nessuna esplosione del bagaglio a mano ✔︎
(e già mi pare di aver detto molto)
– Imprecare con la wind non appena giunta in terra tedesca ✔︎
– Recuperare la schiuma per i capelli ricci  ✔︎
– Nessuna lite con i tedeschi ✔︎
– Accredito stampa al collo ✔︎
– Vedere l’Italia vincere una medaglia ✔︎
– Vedere l’Italia vincere una medaglia d’oro ✔︎
– Cantare l’inno di Mameli a squarciagola, alla faccia dei tedeschi ✔︎
– Visitare l’Olimpia Stadion ed innamorarsene ✔︎
– Gustarsi il cielo azzurro sopra Berlino ✔︎
– Condividere il media center con altri giornalisti fighissimi (va beh, con dei giornalisti fighissimi, togliamo altri) ✔︎
– Intervistare una buona schiera di campioni dell’atletica ✔︎
– Non svenire ✔︎
– Non incespicare ✔︎
– Non cancellare sbadatamente foto, video, interviste e bla bla bla ✔︎
– Riuscire a parlare inglese senza sembrare dislessica ✔︎
– Vincere una medaglia personale (giuro che ce l’ho ed è pure d’argento) ✔︎
– Fare una colazione stile “Inizio ad ingrassare appena varco la porta” ✔︎
– Fare figure di merda passando leggermente inosservata ✔︎
– Fare figure di merda condivisibili a reti unificate ✔︎
– Farsi pungere da una vespa ✔︎
– Condividere l’esperienza con un ottimo compagno di viaggio ✔︎
– Vedere il mac svampare davanti agli occhi ✔︎
– Non morire ✔︎
– Chiamare disperatamente il tecnico per eccezione (mio fratello, sant’uomo) ✔︎
– Riuscire a spiegare a mia madre e mio padre cosa stessi facendo a Berlino ✔︎
– Accorgersi che ne sapevano quasi più di me ✔︎
– Finire in tv ✔︎
– Finire in tv e spiegare a mia zia che non è un dramma se non mi ha visto ✔︎
– Mangiare il bretzel ✔︎
– Dormire 10 ore in tre giorni ✔︎
– Ridere, sorridere, ridere a crepapelle
– Alcol ✔︎

Tappa n° 2 – Basilicata 
– Riuscire a ripreparare la valigia in meno di mezz’ora ✔︎
– Riuscire a trascinarla sul treno ✔︎
– Non perdere il treno ✔︎
– Vedere un treno (anzi due) arrivare  puntuali e per di più al sud ✔︎
– Non ingrassare ad ogni respiro e sospiro ✔︎
– Godersi un mare da favola ✔︎
– Godersi la famiglia e gli amici ✔︎
– 💙 ✔︎
– Guardarsi la prima partita della Juve e di CR7 senza assistere ai caroselli tipici, ma con un’esultanza al gol di Bernardeschi degna rappresentante del sud bianconero ✔︎
– Mangiare i ravioli ✔︎
– Ballare fino al mattino ✔︎
– Godersi il mare e la spiaggia di notte ✔︎
– Concedersi i cornetti caldi ✔︎
– Vedere i fuochi d’artificio (ed io amo i fuochi d’artificio) ✔︎
– Non litigare per il parcheggio ✔︎
– Non litigare per il posto in spiaggia ✔︎
– Innamorarsi ogni giorno di più del nipotino ed ammirarlo per la prima volta al mare ✔︎
– Fare un giro in barca ✔︎
– Non annegare ✔︎
– Dimenticarsi per ore del cellulare ✔︎
– Andare alle sagre ✔︎
– Abbronzarsi ✔︎
– Ammirare il panorama ✔︎
– Avere i brividi ✔︎
– Emozionarsi ✔︎
– Ridere, sorridere, ridere a crepapelle ✔︎
– Spararsi anche il viaggio di ritorno in treno e non riuscire a dormire nemmeno un minuto (grazie Napoli)  ✔︎
– Cibo ✔︎
– Cibo ✔︎
– Cibo ✔︎
– Alcol ✔︎
– Alcol ✔︎

Tappa n° 3 – Malta
– Rifare per l’ennesima volta la valigia in meno di mezz’ora  ✔︎
– Riuscire a non farla esplodere  ✔︎
– Arrivare sana e salva  ✔︎
– Imprecare  con la wind non appena giunta in terra maltese  ✔︎
– Recuperare la schiuma per i capelli  ricci (no, stavolta non ho azzardato all’aeroporto)
– Comprarla da un negozio di cinesi  ✔︎
– Spiccicare frasi a caso in inglese  ✔︎
– Rendersi conto che a Malta l’80% delle persone parla italiano  ✔︎
– Prendere un’infinita serie di bus senza morire (voi non avete idea di come guidino a Malta)  ✔︎
– Prendere un’infinita serie di Taxi senza morire (ribadisco, voi non avete idea di come guidino a Malta)  ✔︎
– Prendere un paio di barche a Malta senza morire (vedi sopra)  ✔︎
– Fare serata  ✔︎
– Fare nottata  ✔︎
– Disobbedire al nonno della Ste (non bevete 😂)  ✔︎
– Fare foto sceme  ✔︎
– Fare amicizia con Yummy il re del Gelato  ✔︎
– Vedere le meduse  ✔︎
– Scappare dalle meduse  ✔︎
– Completare l’abbronzatura  ✔︎
– Innamorarsi della Laguna Blu  ✔︎
– Bere alcolici nell’ananas  ✔︎
– Indossare la metà dei vestiti portati  ✔︎
– Non indossare la metà dei vestiti portati  ✔︎
– Non avere niente da mettere  ✔︎
– Rompere la cavigliera  ✔︎
– Rompere le scarpe  ✔︎
– Rompere l’orologio  ✔︎
– Rompere le p  ✔︎
– Allagare il bagno di casa  ✔︎
– Riuscir ad arrivare in aeroporto alle 5 del mattino senza prostituirsi  ✔︎
– Ammirare il panorama  ✔︎
– Godersi la Juve sul lungomare  ✔︎
– Strabuzzare gli occhi alla vista della promozione “Spritz prendi 2 paghi 1”  ✔︎
– Approfittarne  ✔︎
– Capire che il vodka lemon a € 2.95 è un dono di Dio  ✔︎
– Essergliene grata  ✔︎
– Comprare le calamite  ✔︎
– Non arrabbiarsi per un po’ di pioggerella ogni tanto  ✔︎
– Godersi l’amicizia  ✔︎
– Ridere, sorridere, ridere a crepapelle  ✔︎
– Promettere di ritornare  ✔︎
– Cibo  ✔︎
– Cibo  ✔︎
– Cibo  ✔︎
– Alcol  ✔︎
– Alcol  ✔︎
– Alcol  ✔︎

Tappa n° 4 – Venezia (toccata e fuga)
– Scegliere di atterrare su Venezia solo perchè Ryanair costava meno  ✔︎
– Progettare, a quel punto, una giornata a Venezia  ✔︎
– Arrivare, trovare 17° gradi e la pioggia  ✔︎
– Correre da Tiger per accaparrarsi il kway ad 1 €  ✔︎
– Girovagare per tre posti a caso  ✔︎
– Rendersi conto di essere tornata al nord  ✔︎
– Rendersi conto di aver finito le ferie  ✔︎
– Essere malinconica  ✔︎
– Accamparsi in stazione roba che tra i bagagli e l’abbronzatura se ci avesse visto Salvini sarebbero stati cazzi  ✔︎
– Ridere, sorridere, ridere a crepapelle  ✔︎
– Sentirsi pronta per un nuovo incasinatissimo anno  ✔︎
– Essere felice ✔︎✔︎✔︎

 

 

 

Trecentosessantacinque giorni dopo…

…la luce di quella notte, l’attesa, lo sguardo già pieno di te, la sensazione di non capire cosa stesse succedendo e la certezza che qualcosa stesse definitivamente cambiando, poi ci siamo incontrati, con il cuore che mi scoppiava nel petto, le mani che tremavano e la paura che i miei occhi non fossero abbastanza per meravigliarsi a tal punto da contemplarti come meriti, ma quando eri lì, fra le mie braccia, ho capito che non c’era niente al mondo che valesse quanto te.
Trecentosessantacinque giorni in cui ti ho scoperto ed amato dal profondo.
Chiudo gli occhi e ti respiro a pieni polmoni, il tuo profumo odora di vita ed inebria la mia;
chiudo gli occhi e vedo il tuo sorriso, i tuoi capelli color miele e quegli occhietti che sanno di mare, le tue mani così piccole, i tuoi piedini scatenati, i rotolini di ciccetta e quelle guanciotte, quella boccuccia che è la linea di congiunzione con il mondo.
Apro gli occhi e trovo la perfezione. Trovo una forza della natura, trovo già un “fratello maggiore”, trovo un piccolo ometto che ha saputo stravolgermi, abbracciarmi, amarmi, tenermi stretta a sé e ti prego non smettere mai guardarmi come solo tu sai fare, tu che non sei regole e che sarai sempre la mia eccezione.
Trecentosessantacinque giorni dopo ed il bello è che siamo ancora all’inizio di questa meravigliosa avventura in cui, passo dopo passo, so che non saremo mai troppo vicini per soffocarci né troppo distanti per non sorreggerci e per non sceglierci.
Io, la tua madrina, la tua zia tutta matta, ti auguro la leggerezza per volare in alto fin dove tu voglia arrivare, ti auguro giorni felici, spensieratezza, progetti, forza, sogni, salute ed amore regalandoti il mio, per sempre.

Buon compleanno Riky del mio cuore.

I love you

 

Cara Berlino,
sono arrivata qui in punta di piedi, incredula, timorosa, quasi convinta di essere troppo piccola da perdermi nella tua vastità, con mille punti di domanda nella testa, con la voglia di trovare le risposte per dissolverli tutti, sono arrivata qui tre giorni fa, pronta, senza sapere esattamente fino a che punto, a tuffarmi in un nuova avventura.

Sono trascorsi appena tre giorni da quando ti ho abbracciata, così intensi che pare un tempo molto più lungo; se mi guardo indietro mi rendo conto che in realtà è stato tutto infinitamente semplice, scegliersi per quest’occasione la più naturale delle decisioni, capirsi, apprezzarsi, il risultato di un’addizione confermata senza matita rossa pronta a cerchiarla.

Mi sono guardata intorno curiosa ed emozionata non appena ho varcato la soglia di un luogo sacro che credevo troppo lontano per essere mio e che invece mi ha strizzato l’occhiolino fin da subito diventando d’un tratto il teatro di dejavu sfiorati e trascinandomi poi nel vortice di emozioni che senza indugi hanno preso la sola direzione a loro concessa, quella del mio cuore.

Mentre i miei occhi hanno iniziato a cibarsi di dettagli, a raccogliere le virgole ed i punti, mentre le mie mani si sono lasciate andare su quei tasti mescolando spensieratezza e orgoglio, mentre la mia passione si divertiva a raggiungere l’apice e ad oltrepassarlo continuamente, ecco che alla velocità della luce tutto mi è passato accanto e addosso lasciando tracce indelebili su ogni fibra del mio essere: le speranze, le illusioni, il rumore di un’asticella che cade sul più bello, l’incredibile boato di quasi 50 mila persone, il mio e solo mio posto, il media center e tutti i giornalisti del mondo al mio fianco, le corse in mixed zone, quel microfono stretto così forte perché “si può persino tremare” dinanzi ad una medaglia e agli occhi di una donna che sta “marciando” anche verso l’altare, le lacrime trattenute e quelle scivolate via, il più lontano possibile si spera, le parole che mancano, le smorfie che dicono tutto, i sorrisi che si amplificano e contagiano, la determinazione di chi “vuole battere tutti quelli che l’hanno battuto”, le confessioni di un rammaricato uomo che ha da poco rivisto la luce, il tricolore che sventola in alto, quell’inno cantato a squarciagola, la gioìa e l’incredulità di Davide che batte Golia, l’abbraccio con la mamma, gli scatti rubati, il profumo dei bretzel, la caccia ai ristoranti notturni, un compagno di viaggio ideale che sa capire e rimboccarsi le maniche e crederci più o meno quanto te, la testa bassa, le spalle al muro e la faccia spiaccicata al suolo, la volontà di rialzarsi, quel crono che non basta, quel fotofinish che sa di verità.

Cara Berlino mi hai messo al collo un sogno ed hai ricambiato il mio abbraccio questa mattina quando ti ho goduta persino all’alba, cara Berlino, hai saputo togliere i punti di domanda in fondo alle mie frasi e regalarmi uno squarcio incredibile di vita, saprò mai ringraziarti abbastanza?

E allora che cos’è la felicità se non sentirsi al posto giusto al momento giusto con il cuore in mano che non ha paura di esporsi al mondo intero, senza riparo alcuno, convinto che intorno, silenzio o rumore, la melodia sia quella dello spartito scritto a due mani, scivolate lì nel giorno di maggior contatto fra noi stessi e la luce?

Davanti ai vostri occhi un milione di strade portano alla felicità, e non importa che si tratti del compagno giusto, del gol al 90esimo, del lavoro voluto da una vita, della fetta di tiramisù mangiata senza sensi di colpa, del viaggio inaspettato o della birra con un amico, cercate la vostra e non abbiate paura di percorrerla.
Sarà il miglior viaggio che possiate intraprendere, vivere, respirare.

Date ai vostri occhi questo privilegio, al vostro coraggio quest’opportunità, al vostro respiro l’affanno che non sarà fatica ma ricchezza.

Non potrete mai essere troppo stanchi per non avere voglia, domani, di fare un altro passo su questo cammino.

Io, beh io sono un caso a parte, perché oltre che felice, qui riesco persino a vedermi bella.

Questa strada, la mia strada, mi ha salvata.

Danke Berlino.