“E’ la prima bella batosta che prendo, la tosse non c’entra un cazzo“: vent’anni ed una finale europea dei 100 m persa, ma la saggezza, la consapevolezza che il futuro è tutto lì e non aspetta altro che Filippo Tortu.
Il velocista azzurro era già stato proiettato sul podio soprattutto dopo il forfait di Jimmy Vicaut, favoritissimo fino a quando nel riscaldamento pre-finale non ha avvertito un fastidio muscolare che gli ha impedito di prendere parte all’appuntamento dell’anno, ma le gare, e le finali soprattutto, bisogna correrle, anzi non basta nemmeno questo, bisogna correrle senza paure.
Non ci sono scuse. E non ne ha certo trovate Filippo che sa benissimo di aver sbagliato. Come può succedere a tutti i ragazzi della sua età. Ha visto gli altri andare più forte, ne ha riconosciuto il valore, si è complimentato con loro, si è presentato ai microfoni incazzato ma lucido e pronto per lavorare ancora sodo perché anche se questi non rimarranno i cento metri più belli della sua vita, basteranno per mettersi alle spalle un pezzetto di strada che in realtà è molto più lunga e che non aspetta altro che i suoi passi per confezione un percorso di gloria.
Ora ci sono altri 100 metri da condividere in un giro di pista per onorare una maglia azzurra che di questo giovincello ne ha già assaggiato il sapore di piccolo campioncino, quei tre 9 di fila non sono il crono capitato in una sera qualunque d’estate, sono il frutto di un lavoro mischiato a talento che ha dalla sua la bellezza, la purezza, la spensieratezza di un sogno che merita ogni pensiero, ogni sacrificio, ogni risveglio, ogni fiato corto o lungo che possa essere, e merita soprattutto di appartenere ad un ventenne tanto umile che si è affacciato oggi sul mondo dei grandi. Perchè in una finale corsa da 6 uomini ed un 1 ragazzino, resta la certezza che “uomo” fra quelle due linee, ancora non lo sia, ma oltre il traguardo, quando c’è da dimostrare coscienza e senso di responsabilità, pare proprio che abbia la forza e l’altezza giusta per guardare tutti negli occhi, e qualcuno anche dall’alto; a parti invertite potremmo già inserirlo nello scaffale delle macchine da guerra troppo impostate per sconfinare in un sorriso e sciogliersi nel bel mezzo delle emozioni.
Quando stasera andrai a nanna guardati allo specchio e mostra i muscoli, poi cerca bene in quel riflesso la stoffa del campione, indossa il mantello di superman e riprendi a volare verso il traguardo che ti sei scelto, oltrepassandolo, aldilà delle paure, troverai tutti i tuoi sogni.