Speranze e rimpianti, non lo si può definire in maniera diversa questo sabato sera di atletica in cui qualche sorriso c’è stato bagnato però dalla lacrime finali di un 4×400 femminile che, incredibilmente, va lontana dal podio.
Cosa sia successo non è dato saperlo, o meglio i tempi sono sotto gli occhi di tutti, ma cosa sia successo nella testa e nelle gambe di quattro ragazze autrici di una stagione pazzesca in questa gara, resta un mistero, o forse ancor di più un rimpianto. Così va lo sport: sulla carta puoi essere re o regina indiscussa di qualsiasi regno, nella realtà bisogna fare i conti non tanto con quello che si è per davvero, quanto con quello che si riesce a fare e a dimostrare. Purtroppo, fa malissimo dirlo, ma questa sera questa staffetta ha dimostrato di non essere all’altezza della situazione e domani forse farà ancora più male quando ci si renderà maggiormente conto della chance sprecata. Azzerare e ripartire è l’unica cosa da fare.
Cambia nella forma e nel contenuto il discorso della staffetta maschile, non cambia agli occhi di un’Italia che avrebbe voluto e potuto fare di più. Sesti ed un tempo altino, c’è da lavorare ma i mezzi ed il materiale per farlo non mancano vista la giovane età dei protagonisti e tutta la loro volontà.
Quanto alle speranze, ai sorrisi, ne abbiamo di tre tipi: quello timido di Gianmarco Tamberi che torna a farci sognare e che incappa in una serata da urlo, per gli altri, in una serata che non gli capitava da tempo, per lui. Già perché le sensazioni sono che Gimbo stia piano piano tornando ai suoi livelli e non prendere medaglia stasera con quel 2.28 fatto al primo tentativo, sa tanto di beffa, l’ennesima, dopo infortuni e sfighe varie. Resta il fatto che questo ragazzo, così esuberante, coinvolgente, istintivo e passionale, è uno dei maggior talenti a cui l’atletica debba aggrapparsi per far sì che i riflettori restino accessi.
Dal sorriso “timido” di Gianmarco, a quello determinato di Yeman Crippa. I 5000 metri questa sera sono stati l’ennesimo banco di prova di un ragazzo che già si era preso il bronzo qualche giorno fa nella distanza doppia e che continua a crescere a dismisura lasciando ben sperare (anche in virtù della giovane età, soli 21 anni per lui) in vista di un futuro che è tutto dalla sua. Certo, come per Gimbo, 4° dà l’orticaria, però ti porta pure lì lì, al passo con i grandi.
Infine il sorriso più dolce, più spontaneo, più contagioso e coraggioso: quello di Daisy Osakue che dopo la nota e triste vicenda accaduta qualche settimana a Torino, ha trovato la forza di reagire e la prontezza di rialzarsi subito, presentandosi alla finalissima di Lancio del Disco ed arrivando anche ottimamente in 5° posizione. Not bad.
Non resta che aggrapparsi all’ultimissimo giorno di campionati, ed aggrapparsi all’ultimo giorni di campionati significa in primis aggrapparsi a Filippo Tortu. Il velocista azzurro a proposito della 4×100 m qualche giorno fa ha affermato: “la gara più importante della stagione”, speriamo che questa volta, però, anche la perfezione si tinga un po’ d’azzurro o quando meno speriamo che il buongiorno di domani sia tanto simile a quello di oggi, quando ci ha pensato Antonella Palmisano ad addolcire le nostre colazioni con un bronzo di cuore di panna.
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