I love volley and i love UYBA.
Mercoledì 29 agosto presso il Palayamamay di Busto Arsizio si è alzato il sipario sulla stagione 2018- 19 che vedrà ancora una volta l’Unet Yamamay Busto Arsizio impegnata nel massimo campionato di volley femminile.
Guidate da coach Mencarelli, per il 4° anno consecutivo, Alessia Gennari e compagne proveranno a stupire e a divertire un pubblico che a Busto non aspetta altro, e che ogni anno sa gustarsi, applaudire, ed essere la cornice perfetta di uno spettacolo unico.

In attesa di completare il rooster con gli arrivi della due belga Herbots e Grobelna, le farfalle biancorosse si sono mostrate più cariche che mai.
Non ci credete? Date una sbirciatina alle loro interviste QUI
E pensate forse sia mancata la voce dei tifosi? Ma non ditelo nemmeno per scherzo QUI

Per vedere più da vicini i loro sorrisi, invece, basta cliccare QUI

Si sono spenti i riflettori sull’Olympiastadion, è calato il sipario sul teatro di mille battaglie che in questi sei giorni è stato l’ombelico dell’Europa regalando una Berlino 2018 davvero esaltante, emozionante fino alla fine.
Nella serata conclusiva spicca la favola di Armand Duplantis che nel salto con l’asta fa stropicciare gli occhi agli oltre 40 mila tifosi accorsi per godersi per l’ultima volta lo spettacolo. Il neanche 19enne è da record assoluto, è una forza della natura è colui che riesce a frantumare il proprio personale (5.93) arrivando a compiere un volo pindarico che vale 6.05, il record mondiale under 20 ed una meravigliosa medaglia d’oro; piccolo dettaglio, fa tutto al primo salto. Nemmeno nei più bei sogni deve aver immaginato qualcosa di simile. Dietro di lui il russo Morgunov e l’eterno Renaud Lavillenie.
Ma è anche la serata in cui gli azzurri deludono, purtroppo ancora una volta. Se Mattuzzi nei 3000 siepi è 15°, se le ragazze della 4×100 fanno il loro giungendo 7°, se Claudio Stecchi nell’asta non può nulla contro quei mostri sacri, sono gli staffettisti a concedere la delusione più grande. Tortu e compagni nella semifinale in cui giungono terzi e quindi pass per la finalissima accordato, ma commettono un’irregolarità al secondo cambio quello che avviene tra Desalu e Manetti. Zero scuse ahinoi, si va a casa ancor prima di giocarsela e a testa bassa.
Fa male, inutile nasconderlo, fa male perché questa staffetta veloce lasciava ben sperare, fa male perché c’era tanta voglia di rivalsa da parte di Filippo Tortu, fa male perché ci eravamo aggrappati a questi 4 ragazzi per gioire ancora una volta prima di chiudere le valigie e fare ritorno a in Italia.
Da domani sarà tempo di analisi, sarà tempo di capire se il bicchiere è mezzo pieno o mezzo vuoto, tirare una riga e ricominciare, stasera invece con il groppo in gola ed un magone quasi inspiegabile, non resta che guardare ancora qualche  secondo l’Olympiastadion prima di voltargli le spalle per puntare immediatamente lo sguardo verso altri lidi ed altri orizzonti.

Il mio resoconto ed interviste per sportal.it

Spesso dicono che il buongiorno si veda dal mattino e se il buongiorno, o forse il buon appetito vista l’ora delle premiazioni, coincide con quel meraviglioso inno nostro e solo nostro, allora mettetevi comodi perché ci aspetta una rush finale da urlo.
C’è il sole oggi a Berlino e continuerà ad esserci perché tre medaglie, tutte e tre di colore diverso, conquistate nella maratona, valgono tanto, tantissimo. L’acuto di bronzo di Rachik nella prova individuale, la conferma di due squadre attrezzate e solide che si piazzano rispettivamente sul secondo (donne) e sul primo (uomini) gradino del podio riportano l’Italia a sorridere dopo l’amara serata di ieri in cui tutto è rimasto ad un soffio.
Un intrigo di sensazioni attende gli atleti in mixed zone, dove è un attimo strappargli dal petto le emozioni più profonde, che sparpagliate a caldo sui microfoni profumano ancora di adrenalina pura; ritrovare poi quegli “eroi” a sfilare tra la folla, ad applaudire, esultare e a cantare l’Inno di Mameli, allinea pianeti, coincidenze, caparbietà ed il sacrificio di questi ragazzi che con le unghie e con i denti sono arrivati là dove sognavano ma dove non osavano immaginare. E la vista, sono certa, dal gradino più alto del podio dev’essere bellissima, soprattutto quando gli occhi si posano su quelle tante bandiere che sventolano e su quel tricolore che stavolta sì, e per davvero, spicca più in alto di tutti.
E’ un giorno bellissimo in casa azzurra.

LE MIE INTERVISTE PER SPORTAL.IT

Speranze e rimpianti, non lo si può definire in maniera diversa questo sabato sera di atletica in cui qualche sorriso c’è stato bagnato però dalla lacrime finali di un 4×400 femminile che, incredibilmente, va lontana dal podio.
Cosa sia successo non è dato saperlo, o meglio i tempi sono sotto gli occhi di tutti, ma cosa sia successo nella testa e nelle gambe di quattro ragazze autrici di una stagione pazzesca in questa gara, resta un mistero, o forse ancor di più un rimpianto. Così va lo sport: sulla carta puoi essere re o regina indiscussa di qualsiasi regno, nella realtà bisogna fare i conti non tanto con quello che si è per davvero, quanto con quello che si riesce a fare e a dimostrare. Purtroppo, fa malissimo dirlo, ma questa sera questa staffetta ha dimostrato di non essere all’altezza della situazione e domani forse farà ancora più male quando ci si renderà maggiormente conto della chance sprecata. Azzerare e ripartire è l’unica cosa da fare.
Cambia nella forma e nel contenuto il discorso della staffetta maschile, non cambia agli occhi di un’Italia che avrebbe voluto e potuto fare di più. Sesti ed un tempo altino, c’è da lavorare ma i mezzi ed il materiale per farlo non mancano vista la giovane età dei protagonisti e tutta la loro volontà.
Quanto alle speranze, ai sorrisi, ne abbiamo di tre tipi: quello timido di Gianmarco Tamberi che torna a farci sognare e che incappa in una serata da urlo, per gli altri, in una serata che non gli capitava da tempo, per lui. Già perché le sensazioni sono che Gimbo stia piano piano tornando ai suoi livelli e non prendere medaglia stasera con quel 2.28 fatto al primo tentativo, sa tanto di beffa, l’ennesima, dopo infortuni e sfighe varie. Resta il fatto che questo ragazzo, così esuberante, coinvolgente, istintivo e passionale, è uno dei maggior talenti a cui l’atletica debba aggrapparsi per far sì che i riflettori restino accessi.
Dal sorriso “timido” di Gianmarco, a quello determinato di Yeman Crippa. I 5000 metri questa sera sono stati l’ennesimo banco di prova di un ragazzo che già si era preso il bronzo qualche giorno fa nella distanza doppia e che continua a crescere a dismisura lasciando ben sperare (anche in virtù della giovane età, soli 21 anni per lui) in vista di un futuro che è tutto dalla sua. Certo, come per Gimbo, 4° dà l’orticaria, però ti porta pure lì lì, al passo con i grandi.
Infine il sorriso più dolce, più spontaneo, più contagioso e coraggioso: quello di Daisy Osakue che dopo la nota e triste vicenda accaduta qualche settimana a Torino, ha trovato la forza di reagire e la prontezza di rialzarsi subito, presentandosi alla finalissima di Lancio del Disco ed arrivando anche ottimamente in 5° posizione. Not bad.
Non resta che aggrapparsi all’ultimissimo giorno di campionati, ed aggrapparsi all’ultimo giorni di campionati significa in primis aggrapparsi a Filippo Tortu. Il velocista azzurro a proposito della 4×100 m qualche giorno fa ha affermato: “la gara più importante della stagione”, speriamo che questa volta, però, anche la perfezione si tinga un po’ d’azzurro o quando meno speriamo che il buongiorno di domani sia tanto simile a quello di oggi, quando ci ha pensato Antonella Palmisano ad addolcire le nostre colazioni con un bronzo di cuore di panna.

 

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LE MIE INTERVISTE PER SPORTALIT 

LE MIE INTERVISTE PER SPORTFACE.IT

L’odore di salamella e paella si sentiva già dalla strada, la musica della mitica Radio Lupo Solitario rimbombava per le vie di Samarate, quando poi è arrivata pure la schiuma ad invadere la piazza, ecco che il programma si è fatto completo. Ma tutto quell’arancione o orange, per dirla all’english? Occhi a cuore ragazzi, l’orange ha un solo significato: spritz! Spritz Party a Samarate, ecco il sunto di ieri sera.
Buon cibo, buona musica e tanta voglia di divertirsi, ed il gioco è fatto.
Presso la gelaterie I Portici di Samarate è andata in scena una serata che ha coinvolto grandi e piccini, dissetandoli e sfamandoli, certo, ma anche facendoli ballare, cantare, giocare. Sul palco di Radio Lupo, mentre i deejay si sono divertiti a scegliere i più svariati sottofondi musicali, Giorgio, Clares, Davide e la Mary Seven si sono passati il microfono andando a caccia di parole e risate, coinvolgendo il popolo in gare a premi (e ve lo dico quando in palio ci sono cibo e alcol la guerra è servita), danze di gruppo e non solo, interviste.
Il clou è stato raggiunto intorno alle 22.30 quando quel mega cannone ha iniziato a sparare litri e litri e litri di schiuma imbiancando completamente un piazzale che aveva solo voglia di passare una serata in allegria.
Così è stato, l’orange ed il bianco si sono fusi dando luce ad una Samarate che ha dimostrato di saper stare sul pezzo.
A quando il prossimo evento?

ps. il selfie dello squadrone di Tutti in Campo con la Seven è in vendita presso i migliori fotografi della Lombardia, per l’autografo vi aspettiamo in studio a partire da settembre quando ritorneremo più carichi di prima #tuttiincampoconlaseven

 

No, non vi ho preso in giro tranquilli. Quello di ieri era un assaggio, un contorno, un bellissimo pezzo di colore sul coraggio di una donna, Debora Silvestro, imprenditrice di successo della mia amata città. L’inaugurazione del suo main store con tanto di vip, è stato un evento realizzato con merito e curato in ogni dettaglio, gli ospiti illustri, però, oltre a rendere il tutto ancor più meraviglioso, mi hanno dato una grande e bellissima opportunità: quella di intervistare due campioni eccezionali come Filippo Magnini e Pietro Figlioli. Mi tremano ancora le mani se ci penso. Ok, mi correggo, quest’evento non mi ha dato solo un’opportunità unica, mi ha permesso di realizzare un sogno.
E quindi niente, eccolo qui il pezzo, la mia intervista per Varese Sport. Dategli una sbirciatina se vi va.

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A Gallarate la Boneswimmer si è concessa un cambiamento meraviglioso regalandosi un main store da capogiro. L’inaugurazione non poteva che essere in grande stile, ricca di grandi campioni, un lusso ben augurante per un futuro pieno zeppo di soddisfazioni.
Ma bando alle ciance: potevo forse perdermi Filippo Magnini, Pietro Figlioli e tutti gli altri? Ma neanche per sbaglio. Ecco il link per leggere il mio pezzo su Varese Sport.
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