Ci ha provato, eccome se ci ha provato, ha stretto i denti, ha fatto degli errori, è caduto, si è rialzato, ha gettato il cuore oltre l’ostacolo, ma alla fine ha visto il suo sogno sfumare sul più bello: è questo in sintesi il terzo turno playoff del Gorla Maggiore, squadra di prima categoria con nel cassetto il desiderio di volare in promozione.
Dopo aver battuto nella semifinale del girone l’Arsaghese e dove aver giganteggiato contro il Tradate nella finalissima, l’ostacolo del terzo turno è stato il Barona, squadra milanese risultata evidentemente troppo ostica per i grigiorossi.
All’andata, in trasferta, i ragazzi di Rimoldi sono incappati in una sconfitta di misura (1 a 0), il ritorno disputatosi ieri sera è terminato con il più classico dei pareggi (1 a 1). Amarezza e qualche lacrima, dare tutto non è bastato, ora Ippolito e compagni proveranno a sperare in un ripescaggio, senza rimpianti perché nonostante alti e bassi di una stagione infinita non è mai mancato l’orgoglio per crederci sempre, fino alla fine, dimostrando che ancora una volta basta un campo, un pallone e dei ragazzi pronti  a mettersi in gioco per esprimere al meglio le emozioni che solo il calcio può dare…che importanza ha che si tratti di serie A o prima categoria? Il denominatore comune è sempre lo stesso, è quella passione che come benzina alimenta tutto, è il valore aggiunto in un mondo che sa a volte con crudeltà tarparti le ali, ma che non potrà mai impedire di smettere di sognare, e cosi sogni si sa, si può anche andare lontanissimo.

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Il boato di San Siro quando queste stars toccano il manto verde prima ed il pallone poi lascia presagire quello che sarà, ovvero una notte magica in tutto e per tutto.

SECONDO TEMPO

90′ TRIPLICE FISCHIO: alla Notte del Maestro le White Stars e le Blue Stars pareggiano per 7 a 7.
83′ GOL:
non fa nemmeno in tempo ad entrare il caro Gigi Buffon che Pippo Inzaghi gli dà in benvenuto. 7-7 e tripletta per Super Pippo.
81′ + DI UN GOL:
al minuto 81 esce Andrea Pirlo ed entra Nicolò Pirlo. Che favola, ragazzi.
80′ GOL:
pippo gol si ripete, questa volta di testa. 6-7.
78′ GOL:
pio pio Matri, le White Stars ora puntano alla remuntada. 5-7
74′ GOL:
va bene tutto ma all’appello poteva forse mancare Super Pippo Inzaghi? Non scherziamo. 4-7
70′ GOL:
la settima meraviglia vede l’esultanza con mano all’orecchio perchè la firma lui…Luca Toni. 3 a 7.
47′ GOL:
è già gol non appena rientrati in campo. Contropiede vincente di Brocchi, le Blue Stars si portano sul 6 a 3.

PRIMO TEMPO

45′ GOL: dopo aver deliziato la platea con qualche numero di troppo…per chi stasera ha indossato un pantaloncino taglia xl, raccoglie il cross di Sheva e di testa realizza il 3 a 5.
43′ GOL:
la premiata ditta Del Piero – Pato è ancora vincente. Questa volta Alex si fa parare il sinistro, sulla respinta in papero è a suo agio come in uno stagno. 3-4
36′: GOL:
Cassano assist-man, il pendolino Cafu con un diagonale secco la mette in buca d’angolo. 2-4.
33′ GOL:
le White Stars non ci stanno ed accorciano le distanze: il maestro finta di calciare una punizione in porta ed invece imbecca con un filtrante Bobone Vieri che si gira e trova il 2 a 3. Via la maglia, lo stadio canta per lui.
29′ GOL:
Se Gilardino si fa parare la conclusione da distanza ravvicinata, Cassano no: 1-3.
12′ – GOL:
Lancio di Del Piero, stop a rientrare e sinistro sul secondo palo di Alexander Pato. 1-2
5′ – GOL: lancio di Cassano, Quagliarella opta per il pallonetto su Dida e non sbaglia. Forte questa Sampdoria.
2′ – GOL: poteva forse non lasciarla lui la prima impronta di serata? Assist di Quagliarella, zampata di Sheva. 0-1

IL TABELLINO
WHITE STARS – BLUE STARS 7-7 (3-5)
WHITE STARS: Abbiati, Dida, Bonucci, Chiellini, Costacurta, Favalli, Jankulovski, Maldini, Nesta, Oddo, Simic, Zambrotta, Zanetti, Baronio, Camoranesi, Gattuso, Lampard, Leonardo, Pepe, Pirlo, Rui Costa, Verratti, Vidal, Baggio, Del Piero, Di Natale, Iaquinta, Inzaghi, Matri, Pato, Ronaldo, Totti, Vieri, Gilardino. Allenatore: Conte, Ancelotti.
BLUE STARS: Buffon, Storari, Adani, Barzagli, Bonera, Cafu, Diana, Ferrara, Kaladze, Materazzi, Serginho, Abate, Albertini, Ambrosini, Brocchi, De Rossi, Diamanti, Marchisio, Pirlo, Seedorf, Borriello, Cassano, Quagliarella, Ronaldinho, Shevchenko, Tevez, Toni, Ventola. Allenatore: Allegri, Donadoni, Tassotti.
Arbitro: Andrea Romeo (Maggiani – De Luca)
Marcatori: pt: 2′ Shevchenko (B), 5′ Quagliarella (B), 12′ 43′ Pato (W), 29′ Cassano (B), 33′ Vieri (W), 36′ Cafu (B), 45′ Seedorf (B); st: 47′ Brocchi (B), 70′ Toni (B), 74′ 80′ 83′ Inzaghi (W), 78′ Matri (W),

Proverò a raccontarvi il batticuore, i brividi, le emozioni, le mani che tremano guardando questo stadio di cui, in questo momento, non riconosco nemmeno l’erba, proverò davvero a farvi capire cosa significhi per me essere qui, questa notte, proverò a regalarvi i miei panni senza preoccuparmi della taglia perché so che questa sera, se amate il calcio anche solo un millesimo di quanto lo ami io, questi panni vi staranno benissimo e vi faranno sentire Re o Regine come non lo siete mai stati, come lo avete sempre e solo sognato.

La forza di un uomo si misura dalla grandezza dei suoi sogni“. Andrea Pirlo 21. 

Giuro che troverò il tempo per raccontarvi il milione e mezzo di emozioni di questo weekend, emozioni che tra l’altro domani potrebbero triplicare, ma lasciatemi spendere due parole per queste ragazze che hanno contribuito alla grande a tingere l’Italia di bianco e nero.
La Juventus Women non resiste alla tentazione di “copiare” i maschietti e al primo anno in assoluto in serie A si laurea Campione d’Italia. 
Al Silvio Pioli di Novara è andato in scena lo spareggio contro le leonesse del Brescia giunte prime in classifica al pari proprio delle bianconere; e così ci sono voluti novanta minuti ulteriori per capire chi fosse la più forte di questa stagione. Ma siccome novanta minuti, dopo le 22 giornate messe in saccoccia, sembravano pochi, ecco che si è arrivati a 120, e siccome anche 120 sembrava non fossero abbastanza, ecco i calci di rigore, ad oltranza oltretutto. Primo e secondo tempo congedano le due squadre con uno 0 a 0 in cui, però, è la Juve a mostrarsi più propositiva, Juve che tra l’altro colpisce un palo ed una traversa con Bonansea. Nei supplementari la stanchezza la fa da padrona, le ragazze di mister Guarino rischiano solo con qualche calcio da fermo, ma non riescono più a trovare il guizzo che le consacrerebbe, rimandando così la consacrazione ai calci di rigore. Qui si presenta sul dischetto bomber Bonansea, conclusione parata da Ceasar. Inizio in salita, dunque, per la squadra di Torino, che però non sbaglia più: Rosucci, Gama, Galli, Cernoia e Boattin vanno tutte a segno, Brescia invece, nonostante le reti di Girelli, Giugliano, Sikora, Sabatino, vede i suoi sogni di gloria infrangersi con i tiri dagli undici metri di Daleszczyk (ottima parata di Giuliani) e Di Criscio, che spara alto il rigore decisivo.
Si scatena la festa sulle tribune ed in campo, la Juventus si prende lo scudetto 2017/18.
Siamo la prima società che al primissimo campionato di serie A riesce a vincere lo scudetto…siamo nella storia!afferma felicissima Sara Gama, capitano bianconero e della Nazionale. E come darle torto. E’ successo proprio così, la Juventus come altre società in passato, ci ha creduto, ci ha scommesso ed ha vinto. Tanto è difficile chiederle di più, quanto è facile però sperare che tutto ciò continui a muoversi, in una sola direzione, per emergere.
Il Calcio è anche donna, il calcio è di chi lo ama. Non apriamo parentesi questa sera sull’organizzazione, sulla premiazione, sulla gestione mediatica dell’evento, e bla bla bla, ci sarà tempo per ogni cosa, teniamoci negli occhi lo show di 22 e passa ragazze che hanno dimostrato una passione ineguagliabile. Però mentre loro continueranno a correre dietro ad un pallone, cara Italia del calcio, cara Figc che proprio pochi giorni fa ti sei svegliata dal tuo torpore accorgendoti che esistono anche donne calciatrici, inizia a correre va che siamo indietro anni luce e che magari, dopo stasera, qualcosa in più l’hai capito, quantomeno ciò che ti sei persa fino ad oggi.
Per il resto…fino alla fine forza Juventus! Onore a voi.

Sono due giorni che cerco le parole e non le trovo, non ci riesco. Forse domani sarà tutto più chiaro o forse non lo sarà né domani né mai, forse ho bisogno di commuovermi per toccare con mano una commozione che ho dentro e che fatico ad esprimere e per capire cosa sarà di noi senza te.
Più di un buon amico che ho apprezzato per aver sempre detto ciò che gli passava per la testa, più di un amore corrisposto e protetto con le unghie e con i denti, più di una lunga serie di sogni coincisi e meravigliosamente condivisi, più di una lezione di stile e di una sbottata quando la pazienza va a puttane scontrandosi con un destino un po’ troppo beffardo, più delle scuse che ne sono seguite, più di un mondiale che in qualche modo ci ha segnato la vita, più di un’esplosione di colori in uno stadio nuovo, nostro, destinato a diventare teatro di una lunga serie di spettacoli da brividi, più della tua umiltà, più di un rigore parato a Figo, più di un riflesso prodigioso su sua maestà Iniesta, più di un paio di occhi azzurro cielo stampati su chissà quante immagini e sul mio cuore, più di un’emozione tagliente che ha superato di gran lunga le aspettative, che non ha mai illuso, che ha contemplato il giovane talento prima e la maturazione di un uomo divenuto campione e storia e leggenda, più di un abbraccio fra due capitani che non si sono scambiati la fascia ma la corona, più delle lacrime di bambino in quel San Siro devoto ed incredulo in attesa solo di notti estive e magiche, da vivere ancora insieme, più della serenità e dell’umanità di un ragazzo che ci ha sempre creduto, che ha sempre lottato, con noi e per noi, più di quella Coppa del Mondo sollevata sotto il cielo di Berlino…più di tutto e tutti ci sarai tu Gigi Buffon.
Imperfetto, autentico, unico, anzi UN1CO.

Grazie di tutto, portierone, grazie di tutto Gigi Buffon. 

Avete mai provato a guardare oltre? Oltre tutto e tutti intendo? Oltre le scarpette colorate, oltre il gel e le pettinature strane, oltre i riti scaramantici, oltre i selfie, oltre uno stop che ogni tanto la palla sfugge, oltre i gol mangiati e quelli stampati all’incrocio dei pali, oltre le lamentele per un 5.5 di troppo, oltre le parole strappate e quelle dette invano? Sì? E cosa avete visto? Li avete mai visti due occhi pieni di lacrime che raccontano una storia intera?
Vedete, ci sono mille e più motivi per cui io ami lo sport, ma quello delle storie di vita è certamente uno dei più affascinanti. Bastano frammenti, a volte, un pezzetto qua e là, ricuci i pezzi e il gioco fatto. Ti trovi di fronte intere pagine scritte da persone qualunque che d’un tratto diventano eroi. Noti i pesi sulle spalle, le cicatrici, la forza nelle braccia che spingono in piedi quando sei faccia a terra, noti le mani che tremano perchè i ricordi sono ancora vivi, i sorrisi spenti per quell’occasione mancata…
…noti la verità. Esiste qualcosa di meglio delle verità? Ah sì, essere se stessi. 
Le storie più belle sono quelle che ci mostrano esattamente per ciò che siamo. Ma non per ciò che siamo con quelle scarpette e quei tatuaggi, per ciò che siamo realmente, nudi e crudi, pieni zeppi di difetti ma unici. 
E allora andate oltre gente, fate un passo in più, scovate, cercate, non fermatevi, andate oltre che le persone bisogna amarle per il loro animo e che lo spettacolo, OLTRE, è da togliere il fiato.

Prima di andare a nanna vi racconto una storia.
C’era una volta un paesino francese di 15 mila abitanti circa che in una bella sera di maggio decide di svuotarsi completamente e di passare novanta minuti allo stadio. Giunto nell’impianto della capitale, allo Stade de France di Parigi, ha la fortuna di poter ammirare grandissimi campioni come Edison Cavani, Dani Alves, Thiago Motta, Thiago Silva, Angel Di Maria, e chi più ne ha più ne metta, ma la capacità di non rimanere abbagliato da una squadra stellare è l’appiglio che li permetterà di vedere oltre e di percepire come quella non sia la più grande fortuna della sua serata. La vita e soprattutto il mondo del calcio, potrebbero raccontare di migliaia di episodi alla Davide e Golia, dove anche i più deboli riescono a farsi valere sui più grandi, ma quando i “Davide” sono i tuoi “fratelli”, tutto ha un sapore diverso, ed un’emozione diversa. Questa sera (anzi ormai ieri sera) una squadra di terza divisione ovvero il Les Herbiers ha sfidato nientepopodimeno che il Paris Saint Germain nella finale di Coppa di Francia. Ora, diciamolo subito, Lo Celso e Cavani ci hanno messo lo zampino archiviando la pratica sul 2 a 0, ma se per una volta dicessimo chissenefrega? Un paesino di 15 mila abitanti completamente svuotato perchè 15 mila erano i tifosi allo stadio a sostenere quei ragazzi che nonostante si siano ritrovati di fronte campioni di scena mondiale, hanno avuto il coraggio di fronteggiarli senza che le gambe tremassero, a testa alta e dimenticandosi di ogni conseguenza. C’era un presente troppo importante da vivere, c’era un paese da non deludere, c’era la volontà ferrea di credere in un miracolo, visto che di sti tempi, tra l’altro, vanno di moda. C’era anche un capitano avversario, però, che al momento della cerimonia di premiazione non ci ha pensato due volte nel condividere la gioia dell’alzare al cielo l’ambito trofeo. Sì, avete capito bene, Thiago Silva, mica pizze e fichi, ha chiamato l’altro capitano, Sebastien Flochon, in tribuna d’onore e niente, gli ha messo in mano la coppa e insieme a lui l’ha mostrata alla Francia per intero.
Davvero c’è qualcosa da aggiungere?
Questo è il classico caso in cui il risultato non conta un cazzo, e la conferma che no, non è solo un gioco.
Buonanotte vincitori e vinti.

Ogni lunedì in diretta dagli studi di Turate dalle ore 19 “Bepi Calcio Club Prima Categoria – girone A” in onda sulla pagina Facebook di Bepi Sport e sulla web tv Bepitv.it.
Argomento? Il calcio ovviamente. Si parla di prima categoria, con gli ospiti in studio, lanciando news, commentando classifiche e risultati del weekend sportivo, senza dimenticare i pronostici ed il tutto condito da un’infinita dose di risate.

Ti sei perso la puntata del 7 maggio con ospiti i protagonisti dei playoff ovvero Antonio Ippolito capitano del Gorla Maggiore, Paolo Sciarini centrocampista dell’Arsaghese ed il giornalista Mattia Boria per un tridente d’eccezione?  Nessun problema, ecco qui il link per rivivere tutta l’intervista.

Mi emoziono sempre. E forse sempre di più. Non importano i colori, la categoria, i 45° gradi all’ombra, le poche ore di sonno alle spalle e lo spritz che scorre nelle vene, una sfida playoff è una sfida playoff. 
Sentire il nodo allo stomaco già al mattino appena svegli ed avere il batticuore non appena varchi quel cancelletto incrociando lo sguardo di tifosi pieni di speranza, che valore ha? Assoluto, ve lo dico io.
I novanta minuti di questa domenica eleggono la seconda finalista playoff del girone A di prima categoria: è il Gorla Maggiore che grazie alle reti di Caristina e Falsaperna, stende l’Arsaghese, altra squadra capace di un campionato da applausi, e stacca il pass per l’ultimo atto del girone dove si troverà opposta al Tradate.

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Ogni lunedì in diretta dagli studi di Turate dalle ore 19 “Bepi Calcio Club Prima Categoria – girone A” in onda sulla pagina Facebook di Bepi Sport e sulla web tv Bepitv.it.
Argomento? Il calcio ovviamente. Si parla di prima categoria, con gli ospiti in studio, lanciando news, commentando classifiche e risultati del weekend sportivo, senza dimenticare i pronostici ed il tutto condito da un’infinita dose di risate.

Ti sei perso la puntata del 23 aprile con ospiti i vincitori della prima categoria direttamente da Fagnano ovvero Ivan Mastromarino e Luca Fiumicelli?  Nessun problema, ecco qui il link per rivivere tutta la puntata.