Gite fuori porta – La Passeggiata dell’Amore 📸
Ebbene sì, lo scorso weekend ho percorso la “Passeggiata dell’Amore” ad Ispra. E non dite che non ve lo avevo detto di voler fare qualche gita fuori porta, di prendermi del tempo per me stessa, di andare a caccia di tutto ciò che magari ho pure già visto ma mai osservato a dovere.
Abbigliamento comodo, zainetto in spalla, la compagnia giusta (grazie Silvia) e via…si parte.
Google maps dà sempre una grossa mano in questi casi e, tranne quando io mi impunto convinta di aver ragione anche sul navigatore, raramente sbaglia. Digitare “Passeggiata dell’Amore” e voilà, detto fatto. Da Gallarate sono circa 30 minuti d’auto scarsi (34 km), con la mia guida facciamo 27 salvo semafori rossi.
Parcheggio facile grazie ad una buona serie di strisce bianche che offrono la possibilità di lasciare l’auto in sicurezza e senza vincoli d’orario (consigliata la zona biblioteca/municipio) poi quattro passi più in giù e ci si trova con uno scorcio di lago Maggiore che ti si spalanca davanti agli occhi. Sul muro alle spalle “il via” con “La Passeggiata dell’Amore”, appunto, e la dedica a Mario Berrino, ispiratore del concorso letterario “Scrivi l’Amore”. Poco più a sinistra una serie di piastrelle incastonate nel muro che raccolgo coloritamente i versi di quelle poesie che si affacciano sui riflessi di luce a caccia di formule. È la purezza a farla da padrona.
Cibatisi del primo round di romanticismo, ecco che a svilupparsi è proprio la camminata, partente con il costeggiare l’acqua grazie al lungolago Amerigo Vespucci. Roccia spianata, ghiaietto, ponticelli: e c’è anche una vecchia Darsena ottocentesca in questi primi metri. Da un lato viene messa alla prova un pizzico di agilità, dall’altro ecco lo spettacolo di riflessi e panorami che rapiscono battiti senza chiedere riscatto e tranciano sospiri (2° round di romanticismo).
Dopo un km circa il lungolago finisce un po’ più in là, le passerelle tra le ville diventano sentieri boschivi con tanto di scalinata, fino ad arrivare alla prima Fornace, “Fornace in Salvalada” da cui poi segue poco più avanti la Fornace del Pinett. Un altro km circa ed ecco la Fornace della Punta che si affaccia ovviamente sul lago accerchiata da prati verdi. Da qui quelli normali proseguono il percorso classico sulla strada asfaltata io (noi) invece, che di normale non ho mai avuto nulla, non si sa per quale motivo mi ritrovo di nuovo all’interno di un tratto boschivo pronto a farci rassodare “i ciapet”.
Il pessimo livello di allenamento post abbuffate natalizie si prende la scena, i “ciapet” non si sa per quale motivo non subiscono alcuna trasformazione nella pesca alla Belen Rodriguez, gli occhi, però, continuano a ringraziare: cenni di tramonto ed è subito momento social.
La strada asfaltata che va a districarsi tra una via e l’altra chiude i 4.3 km di percorso che noi decidiamo di prolungare in un giretto più lungo ed un ritorno in piazzetta, Mi Fit dice 7.71 km (ho le prove ovviamente).
La stagione invernale ed il freddo iniziano a punzecchiare, non c’è spazio per nient’altro se non per le ultime luci di Natale nella parte più interna del paese che in punta di fioretto chiudono la parentesi romanticismo. Per oggi la scorpacciata “love” è andata anche oltre le aspettative, ed io inizio a sentirne il prurito 😉
“Imparerò a stare in equilibrio, per cadere c’è sempre tempo, e ascolterò questo battito che pulsa nelle vene e nella testa…”
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