Il mio Festival dello Sport, il mio attimo vincente
La 4° edizione del Festival dello Sport ha un titolo “L’attimo vincente” e la più alta forma d’espressione in un 2021 così ricco di successi ed emozioni altro non poteva essere se non chiamare a raccolta chi quell’attimo ha saputo coglierlo per entrare nella storia, viverlo per far sì che ne sia valsa la pena, e poi donarlo, a se stessi per darsi l’ulteriore conferma che sia tutto vero e agli altri, per emozionare oltremodo. Donarlo non come un dono la mattina di Natale, che scarti e poi metti in un angolo, donarlo come gesto di riconoscenza eterna per chi è sempre stato lì, per chi s’è improvvisato tifoso, per chi s’è innamorato all’ultimo, ed ora, solo ora, ha capito cosa si è perso.
Ai doni non si dice mai di no, e agli attimi? All’attimo che passa che si dice? Nulla, niente di niente. L’attimo si coglie. In religioso silenzio, con profonda ammirazione e la grande consapevolezza che potrebbe non ripassare più.
Alla luce di tutto questo io potevo forse farmelo sfuggire quest’attimo?
Il mio Festival dello Sport
No, non potevo.
Vivere il Festival così da vicino per me è stato un punto di pace, un contatto con la grande bellezza. E allora voglio raccontarvelo a modo mio, con le storie che ho ascoltato, le frasi che ho appuntato, le emozioni che mi hanno travolto l’anima e stropicciato gli occhi, le lacrime che hanno scavato solchi sulle mie guance, i sorrisi che mancavano da un po’. Incontro dopo incontro, lezione di vita dopo lezione di vita, attimo dopo attimo. Vincente, sia chiaro.
Sinisa Mihajlovic – La “Partita della Vita”
Una partenza col botto, quasi due ore d’incontro ed io ho pianto e riso per una buona ora e mezza. Sinisa Mihajlovic è…è…è Sinisa Mihajlovic. L’uomo tutto d’un pezzo che ha imparato a piangere.
“C’è un periodo della mia vita in cui mi ero dimenticato di piangere, oggi è diverso”.
“Sbattevo così tante volte quel pallone sulla serranda del garage che il mio vicino mi disse ‘Se tu non farai il calciatore, non lo farà nessuno’”.
“La Stella rossa è la mia squadra del cuore, ho fatto un provino e non mi hanno preso. Dopo 4 anni mi hanno pagato un milione di euro. Questo è per dire che non bisogna mai mollare”.
“Savicevic si è stirato scendendo dal letto”.
“Scoppia la guerra e il mio migliore amico mi ha distrutto casa, lui era croato io serbo. Questo è un incubo durato 10 anni. Come si può cambiare così improvvisamente?”.
“Negli anni della Lazio ci mettevamo d’accordo: uno menava e l’altro litigava, così ci risparmiavamo i cartellini. Oggi ogni fallo è un’ammonizione, non si può più fare come facevamo noi, io avrei giocato la metà delle partite, forse anche meno”.
“A Sanremo io ho cantato bene, Ibra no, ho fatto pure un disco 30 anni fa in Serbia, è colpa sua, di Amadeus e di Fiorello se abbiamo stonato”.
“Io a Firenze, mi sono divertito, i tifosi un po’ meno. Mi piacciono gli applausi, ma anche fischi non mi dispiacciono, certo quando sono i tuoi tifosi a fischiarti è diverso. Però non ho mai risposto a nessuna provocazione, almeno in campo, perché poi una volta ne ho beccato uno fuori dal campo e…ho risposto da uomo”.
“Arrivai al Milan di Berlusconi. Un onore essere stato il mister del Milan. Io però non mi faccio mettere i piedi in testa, per Berlusconi non era proprio così…ma il tempo passato con lui non lo potrò mai dimenticare. La mia avventura lì è finita perché come dice Trapattoni ci sono due gruppi di allenatori, quelli esonerati e quelli che saranno esonerati”.
“Curatevi bene perché se può capitare a me può capitare a tutti. Ogni volta che si parla con la mente vai in là, ripercorri tutto. C’è gente malata che si vergogna, si nasconde, ma questo non è giusto. È giusto anche piangere. Ognuno ha il suo carattere, io ho fatto vedere come sono io”.
“Gene gnocchi ha scritto: ‘La leucemia ha incontrato Sinisa, ora sono cazzi della Leucemia”.
“In 24 ore non trovi un’ora per te stesso? Fate sport, non per forza il calcio, ma trovate un’ora per staccare dal resto del mondo e restate connessi solo con voi stessi”.
“Nei momenti di difficoltà si vedono uomini veri, amici veri. Bologna è speciale, ma tutta Italia lo è stata”.
“Il dottore mi disse: ‘Se arrivi a 500 globuli bianchi ti faccio andare alla prima di campionato’. Al sabato mattina ne avevo 450. “Beh dai 450 sono 500…’. Non voleva lasciarmi andare, gli risposi che se mi avesse dato il permesso sarei tornato con 2000 e che dovevo mantenere una promessa…lì ha capito”.
“Alla fine sono solo un vecchio di 53 anni con un midollo di 20”.
Euro 2020 – I campioni dell’Europa siamo noi
Mi è bastato vedere la coppa, credetemi. Ho visto la nostra coppa da vicino, la coppa da campioni europei. Davvero esistono parole per tutto questo? Ho chiuso gli occhi mentre Materazzi, Gravina, Insigne e Mancini rivivevano partita dopo partita quello che è stato un percorso magico, e mi girava la testa…no quella sbornia non mi è passata, “Ubriaca e Felice”…e amante della pastasciutta. Bonucci docet.
Gli Autogol – Il calcio non è una cosa seria
L’oratorio, lo spettacolo teatrale, il Greast, il cabaret, le lezioni all’ultimo banco, l’imitazione dei professori, la radio locale, i 3/4 ascoltatori…l’inizio più semplice e l’arrivo più inaspettato. Gli Autogol possono anche non piacere, ma non si può non apprezzare la loro dedizione, la loro passione, la semplicità con cui si passa da Antonio Conte a Chiellini, da Allegri ai video sul fantacalcio.
“Javier Zanetti ci ha invitato a casa sua, per il compleanno del figlio che è un nostro fans. Ad un certo punto eravamo in salotto con lui a guardare Milan – Lazio, al triplice fischio ci dice. ‘Non so come sdebitarmi…’, gli risposi ‘Tu con noi???????’”.
“Un’idea ci venne, lo abbiamo invitato alla partitella del mercoledì con i nostri amici. Non abbiamo detto nulla agli altri, quando è arrivato, beh…avevamo già vinto tuttp. Michele è riuscito a fargli un anticipo, quella foto è una reliquia”.
Cesarini e Rodini – 43 battiti al minuto
Cesarini – Rodini, ho raccontato tutto qui
“Le gare vengono studiate in ogni minimo dettaglio ma non gli ultimi 250 metri, gli ultimi 250 metri sono quelli di cuore, non c’è niente da studiare, devi ‘solo’ metterci il cuore”.
“Se puoi sognarlo puoi farlo. Sognare non costa niente”.
“Ho iniziato a ridere, ridere mi ha cambiato la vita”
“Lo sport è stata la mia salvezza. Ho genitori separati, vengo da una famiglia litigiosa, ho iniziato a pattinare per distrarmi per uscire da lì…sì, lo sport mi ha salvata”.
“Cosa diresti alla Federica bambina?” “La parola resilienza l’ho imparata da piccola, alla bambina di tanto tempo fa direi di crederci e di non mollare mai”.
Elisa Di Francisca e Gaia Piccardi – Giù la Maschera
Dicesi complicità femminile tra donne, quasi amiche, o forse molto di più, e no, non è cosa scontata, è rarità. Questo e molto altro è trapelato nell’incontro “Giù la Maschera” dove sono andati all’aria tutti i piani di giocare a nascondino con i propri sentimenti, dove la conta è finita troppo presto e dietro il primo angolo c’erano una marea di insicurezze messe nero su bianco. Elisa e Gaia quelle insicurezze le hanno trasformate in un libro, quel libro ha solo una chiave di lettura, la libertà.
“Tu racconti una storia ai lettori e in qualche modo stai raccontando una storia a te stesso. Le storie più belle sono quelle più difficili, poterle raccontare significa raggiungere l’apice di questo lavoro” (Gaia piccardi)
“La giusta distanza è quella che si deve mantenere per raccontare al meglio qualcosa…ma forse la giusta distanza non la si trova mai”.
“Io ho scritto questo libro e no, quando l’ho finito, non ero la stessa di quando l’ho iniziato”.
Vieri, Adani, Cassano, Ventola – Fenomeno Bobo Tv
La Bobo Tv dal vivo mi ha tanto ricordato me, alcuni amici, alcuni colleghi, che commentiamo cose a caso di calcio. Ma proprie cose a caso. Dal 1900 e qualcosa al 2021: amichevoli, finali champions, mondiali, palloni d’oro, sedute di fantacalcio, il cucchiaio di Pellè, Byron Moreno, acquisti insulsi alla Vampeta, il gol alla Del Piero, l’ignoranza di Adriano all’Hollywood, i voti del lunedì, tutto nel calderone, tutto. Bobo, Adani, Cassano e Ventola si cospargono di buona (e autentica) ignoranza senza fare troppa fatica, e cazzeggiano. Ventola cazzeggia un po’ di più perché capisce un discorso su tre. C’è leggerezza nell’aria e qualche parere più o meno condivisibile, molto più sensato di quanto senso possa avere tutto il resto presente in quel salotto, un salotto che, comunque, ti fa anche sentire a casa.
“L’uomo si apprezza anche quando il mister fa male, non tanto quando chiama ‘Il Gavi della situazione’ ma quando ti spiega perché lo ha chiamato…”
“La comunicazione è libera, io voglio il contraddittorio, ma ditemi quello che pensate”.
“Maradona con la palla da calcio ha fatto quello che nessun politico ha mai fatto ovvero ha promesso felicità e questa promessa l’ha mantenuta”
“Una parte fondamentale della cultura di una società la fa la comunicazione”
“Rispettate i vostri bambini anche se stanno in panchina, la colpa non è sempre degli altri”
“Finale di Coppa Italia faccio le corna all’arbitro e mi danno 3 giornate. Arrivo negli spogliatoi e dico ‘Ragazzi scusate ho sbagliato’. Pochi giorni dopo cambia dirigente e arriva Pradè, mi dice ‘Antonio se facciamo ricorso ti tolgono al 100% 1 o 2’ io gli risposi di non farlo, avevo esagerato, non era proprio il caso ma lui insistette ‘Vedrai ti tolgono sicuro 1 o 2 giornate’. Mi convinse ed andammo, me ne diedero altre tre, lo volevo uccidere”.
“Cassano mi devi 100 euro?” “Facciamo 50 e 50”. “No, no, tu mi devi 100 euro” “E perchè?” “Perché ho comprato la maglia del Verona”. “Hai ragione, ti chiedo scusa ma come potevo restare, lì scendevamo a picco”.
Bottaro e Busà – The Karate Kids
I primi, non gli ultimi, ma ad oggi gli unici. Il karate sbarca alle Olimpiadi e rischia di essere l’unica apparizione, comunque andrà Bottaro e Busà hanno scritto la storia.
“Non sarò mai grato abbastanza alla mia famiglia”.
“Mi chiamavano arancina, dentro di me dicevo ‘Vedrai chi diventerò un giorno…’”
“Mio padre ha rivisto in me ciò che avrebbe voluto fare lui, ma ricordiamoci una cosa: i sogni sono i nostri, non i loro”.
“Avevo insicurezze che il karate mi ha aiutato a spazzare via, quando mi esprimo so che mostro la mia anima, e se mostro la mia anima non sbaglio”.
“Mi batterò affinchè il karate diventi sport ufficiale olimpico. Tutti i karateka devono battersi per far avverare questo sogno, tutti devono potersela giocare”.
“La scelta di una disciplina rispecchia quello che sei. Il karate ha valori puri e speciali, è molto formativo, ed io sono proprio così”.
Francesca Piccinini – The Queen
La “Picci” che non ti aspetti…l’ho raccontata qui
Palmisano e Stano – Marcia da Impazzire
Simpatia ne abbiamo? E medaglie d’oro? Il titolo di quest’incontro è straordinariamente azzeccato… “Marcia da Impazzire”
“Questi due atleti hanno nobiltato ogni giorno che li ha accompagnati a quel giorno”.
“Io gli dissi solo una cosa: portiamoci insieme quella voglia che avevamo da piccoli di cambiare il mondo”.
“La trappola del talento è un’arma a doppio taglio, genio e sregolatezza è un qualcosa che regge solo per eccezioni isolate, i campioni diventano campioni perché a quel talento hanno dedicato tutta la loro vita”.
Gianmarco Tamberi – 2 metri e mezzo sopra il cielo
Boom. Boom boom. Signori e signore, Gianmarco Tamberi. Ladies and Gentlmen Dick Fosbury e Javier Sotomayor
“Quel salto è una storia infinita”.
“Dal maledetto infortunio al benedetto infortunio”
“Tutte quelle medaglia antecedenti alla propria gara altro non erano che un’ondata positiva, volevi solo essere all’altezza di chi aveva gareggiato prima di te”.
“Il 1 agosto 2021 resterà una data storica. Ci sono due 1 dentro, ecco perché doveva andare così”.
“Avevo paura di non trovare più stimoli, ed invece…voglio Oregon, nessun italiano è riuscito a vincere tutte europei, mondiali, olimpiadi sia outdoor che indoor…di solito quello che nessuno riesce a fare mi stimola”.
“Oggi sono leggero, sorrido alla vita. Forse non sono così giovane, ho 29 anni, ma la verità è mi sento rinato”.
Filippo Ganna – Gold Ganna
Per gli amici Top di Ganna, ma un top vero, con gli occhiali alla Harry Potter, la faccia da bravo ragazzo, la cazzimma di un non napoletano che in sella a quella bici sa fare solo due cose, abbattere record e vincere.
“Papà ti sei fatto anche bello per il collegamento”.
“La prima bici me l’ha regalata mio nonno, è in soffitta smontata perché volevo restaurarla ma il progetto è ancora in altomare”.
“Prima gara di G3 ho detto ‘troppa fatica non farò mai il ciclista’”.
“La scelta di diventare un ciclista professionista è arrivata durante il mondiale di Firenze nel 2013, ho saltato la scuola e mi avrebbero bocciato, ho accorciato i tempi ed ho abbandonato prima gli studi”.
“Il motivo per cui vivo è mangiare…ho un rapporto difficile con la nutella e gli orsetti gommosi”.
“Una volta che capisci una gara in pista te ne innamori, sei in un velodromo dura pochi minuti ed è tutto racchiuso lì”
“Sono il leader del gruppo perché me lo hanno affidato…a volte i miei compagni mi chiedono “se hanno fatto bene, rispondo che se hanno dato il 110% hanno fatto bene”
“Siete andati a 67 km/h, il ghepardo va a 68 km/h” “La cosa positiva è che riesco a scappare dal ghepardo”
Se hai amato un sogno con tutta te stessa, quel sogno non si dimenticherà mai di te, anche se lo hai trascurato un po’, anche se hai smesso di spulciare nel cassetto…
Al posto giusto, al momento giusto, con un sensazione di pace che mancava da un po’, con un sogno nel cuore che nemmeno io ricordavo essere così grande.
Grazie Trento, grazie Festival dello Sport
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