One Shot Sport: Carolina Kostner a mani giunte sul ghiaccio di Sochi
Carolina Kostner potrebbe far rima con tenacia, forza, leggiadria, farfalla bianca. Qualunque aggettivo le si abbini la porte comunque ad indossare lo scettro di Regina del Ghiaccio, ecco perché ho scelta lei come secondo appuntamento di “One Shot Sport”.
One Shot Sport
Nata a Bolzano, l’8 febbraio 1987, ha intrapreso la carriera di pattinatrice artistica su ghiaccio ad appena 4 anni, forse solo sognando i traguardi raggiunti poi negli anni a venire. L’apice nella sua carriera racconta, per ben due volte, di una regina del ghiaccio che brilla più di tutte, che ammalia, che incanta e scioglie persino i dubbi. Non che il resto della sua carriera l’abbia mai vista troppo lontana da podi, anzi, il suo palmares conta oltre 30 medaglie conquistate nelle gare più prestigiose.
Nel 2012, o meglio il 31 marzo 2012, esattamente 8 anni fa, dopo la consacrazione europea e qualche caduta, c’era da spingere un po’ oltre; ma spingere sul ghiaccio al 99% comporta rovinose cadute, scivoloni che valgono più di una sbucciatura sul ghiaccio. Eppure Carolina non ha tremato e a Nizza, all’età di 25 anni, si è regalato una sogno: diventare la più grande pattinatrice artistica del mondo.
Ma la vita di un’atleta ha quel grande cruccio che inizia per O e finisce per Limpiadi, come non poter raccontare di un podio olimpico dia meno valore anche a tutto il resto. Non è così, ma non si può negare quanto quell’emozione e quel traguardo abbiano tutto un altro sapore. Mentre qualcuno le chiedeva a gran voce un medaglia già nel 2010, la regina di Bolzano ha saputo aspettare il momento giusto, e non lo ho gridato quel successo, lo ha sussurrato in quel di Sochi appena quattro anni dopo.
Carolina Kostner a mani giunte sul ghiaccio di Sochi
A mani giunte in un’Ave Maria di Schubert che l’ha vestita di bronzo, ha alzato gli occhi verso il cielo e ha ringraziato Dio del dono di cui è stata privilegiata, mentre una platea ed una nazione intera s’inchinavano, ringraziando lei di non avercene privato, di non aver mollato, di aver creduto che quel dono fosse degno degli sguardi commossi di chi, sognante, si è lasciato trascinare sulle nuvole, mano nella mano, con la regine del ghiaccio.
La gratitudine di quegli occhi in quell’assolo era più pura del ghiaccio che pareva subire il solletico di due lame leggiadre, intente a lasciare tracce di un talento che equivaleva alla bacchetta magica di una fatina e che quello che sfiora, trasforma. In carrozza come quella famosa zucca? No, di più, molto di più, in poesia, pura poesia. E questa è una delle poesie dalle rime baciate più incantevoli che io conosca.
Il resto, il resto è storia.
Carolina Kostner e il sogno Cortina
“Non amo piangermi addosso – prosegue Kostner – ho un carattere tale per cui voglio affrontare i problemi, superarli e trovare delle soluzioni. Ed è quello che ho fatto, mi sono rimboccata le maniche e penso che chi mi ha seguito in questi anni ha capito che non sono una persona che si arrende facilmente”. Incalzata poi dal conduttore aggiunge: “Dopo una vita passata a lottare per il successo in modo pulito, con dedizione e sacrificio, senza mai prendere nessuna scorciatoia è stato difficile giustificarmi, anche se avevo la consapevolezza di non avere avuto mai niente a che fare con il doping. È stato un periodo molto duro – ammette – ma ora è passato. Certo, in quella circostanza, come qualunque donna mi sono sentita delusa, arrabbiata ma oggi con onore posso dire che sono testimonial della Wada” (fonte sportfair.it)
E poi la butta lì, proprio come quella famosa notte a Sochi con quella bacchetta magica.
“Quello che è sicuro è che non appendo i pattini al chiodo: sogno di continuare a condividere le mie emozioni sul ghiaccio con le persone, a prescindere che si tratti di una gara, di un’esibizione, di altri progetti in cantiere o di Cortina 2026, anche se l’idea di rivivere un’Olimpiade nel proprio paese – confessa – è bellissima”.
Già sarebbe bellissimo, poetessa in patria.
One shot sport – Fabrizio Donato
foto carolina-kostner.it
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