Roma 2024, io sono ancora qua…eh già
Chiudi gli occhi, respira, gira l’angolo, passa a ritirare l’accredito ed affacciati sul vialetto…lo vedi là in fondo e senti già un certo fascino che ti avvolge, diciamoci la verità l’Olimpico è l’Olimpico, e se ci metto che il contorno è quello di una delle città più belle del mondo, sai già che sarà un’altra bella storia. Basterebbe questo per raccontare il mio primo giorno agli Europei di atletica, perché è più forte di me, perché quando respiro un’aria sana di sport e passione, riesco a mettermi alle spalle persino i peggiori malumori delle settimane premestruo.
L’Olimpico prima ti spalanca le porte e poi ti abbraccia, apre lo scrigno e svela uno dei miei primi veri amori, l’atletica. La bellezza del gesto tecnico sportivo per eccellenza io la vedo sempre racchiusa lì, in un’asticella che vibra, nella sabbia dorata che ti sfiora la pelle, nel religioso silenzio che accompagna l’attesa fino allo sparo, quando poi esplode tutto e parte la danza. Questa è l’atletica, gli sforzi di una vita in 10’’, in un centimetro più in su o più in là, nei denti stretti di un finale in cui le gambe non reggono più ma la fatica diventa tua alleata.
Certo poi mettici un Tortu che spara a bomba, la curva pennellata di Desalu, ed i bronzi di Tecuceanu e Dosso, uno acciuffato in rimonta l’altro al fotofinish, mettici il medagliere che tocca quota 15 ed un collega che ti strappa due risate, mettici la pioggia, i campanacci degli svizzeri ed il “tutti pazzi per Ciara Mageean”, mettici, infine, la mixed zone, ed i commenti a caldo, più le dita stanche su di una tastiera che digitano emozioni e le lasciano lì, imperfette come non mai ma leggere come sempre.
Buonanotte Roma 2024, ci vediamo domani.
Foto European Athletics
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