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AAA offresi tattoo indelebili: No To Racism

AAA offresi tattoo indelebili: No To Racism.
E non sono mai stata così seria. Se avete voglia di essere alla moda, se i tatuaggi sono la vostra passione, se vi piace l’inchiostro sotto pelle, ci penso io ad accontentarvi. Recatevi dal vostro tatuatore preferito e fatevi incidere possibilmente sulla fronte un scritta a caratteri cubitali: NO TO RACISM.

Il weekend calcistico che ci siamo appena lasciati alle spalle ha raccontato, tanto per cambiare, di quei tifosi super fighi che vanno allo stadio solo per idolatrare i propri idoli e del solito sfigato di turno, in arte Balotelli, che non aveva voglia di tirare calci ad un pallone per la sua squadra e che così si è inventato di aver sentito sfottò fasulli per mandare tutti al diavolo.

In sostanza avete ragione voi. Voi che vi lamentate per gli straordinari non pagati, perché la mensa a scuola costa troppo, per i parcheggi dei disabili occupati da chiunque sia, per i call center che vi rompono i coglioni a qualsiasi ora, perché il TG racconta solo di fatti spiacevoli, per la scollatura di Belen, se siete donne, per le mutande Yamamay di CR7, se siete uomini, che tra parentesi se solo le mutande si mettessero in testa potrebbero almeno proteggere quei pochi neuroni funzionanti che vi sono rimasti.

E ancora: Renzi è un pirla, Salvini non ne parliamo, Di Maio chi? E a votare cosa ci vado a fare? Che spreco di tempo, meglio gettarsi con le chiappe in acqua già a maggio, in una delle vostre case al mare che vi ha regalato il papy per i 21 anni e di cui, ovviamente, IMU pari a zero. Che poi cosa sarà mai un 730? Bah, numeri a caso.

Tra l’altro in tutto ciò, mentre scrivo questo post delirante, in tv passa Vasco Rossi e la sua nuova canzone. Ma io dico: Vasco Rossi, che nella sua vita Spericolata ha fatto più danni che la grandine, non potrebbe quanto meno andare lasciare spazio a Benji & Fede, Shade & Co? Con tutto il rispetto per Benji & Fede e Shade, sia chiaro.

Prego, fate pure: continuate a lamentarvi dell’immondizia che trovate ogni volta che scendete le scale di casa vostra, ma la raccolta differenziata non sia mai, troppo sbatti.

E con questo chiudo perché in fondo penso che la futilità degli imbecilli sia un enorme parassita che la società non riesca ancora, oggi, alla soglia del 2020, a scrollarsi di dosso. E so che se qualcuno di voi, IMBECILLI, dovesse per caso leggere queste righe potrebbe non capire nulla, allora oltre il tattoo NO TO RACISM vi dò un altro consiglio: mangiatevi un bel casco di banane, contengono potassio, aiuta la riduzione dei crampi. Anche al cervello. E ne vado tanti inceppati.

Ps. Caro Balotelli, confesso di non aver mai avuto chissà quale simpatia per lei, forse perché non ho mai apprezzato i famosi “Ha talento ma non si applica”. Oggi però, mentre mi spaccavo il culo a lavoro, o meglio nella pausa pranzo che ha spezzato la mia giornata di circa 10 ore lavorative, mi è caduto l’occhio su una sua storia Instagram in cui diceva, fra le altre cose, “Quando Mario faceva e vi garantisco farà ancora goal per l’Italia vi sta bene vero?”. Ecco. A me Mario sta sempre bene, è un uomo, un padre, che merita il massimo rispetto e che forse, per chi la conosce meglio, merita anche altro. Ma da quando è tornato al Brescia punto anche su Balotelli perché sì, l’Italia ha bisogno di lei, e la maglia azzurra le calza a pennello. Non è mai troppo tardi per sognare, né per farci sognare.

Pps. Sua figlia Pia è stupenda 💜

world dream day

World dream day: aprite il cassetto e fate volare i vostri sogni

world dream day World dream day, ovvero la giornata mondiale dei sogni, ricorre oggi, 25 settembre 2019 e viene celebrata per la settima volta nella sua storia.
E allora vi racconto una storia che ho trovato su Instagram, su “storie.dagli.undici.metri”

Qual è il prezzo di poter sognare?
Sognare dalle sue parti era l’unico modo per non vedere quello che ti accadeva intorno, come avere della musica ad alto volume nelle cuffie che ti permetteva di distrarti, che ti permetteva di vedere il traguardo nitido.
I sogni da quelle parti significavano anche fare dei sacrifici, andare a letto presto mentre tutti gli altri si preparavano per fare serata, vedere amici con cui sei cresciuto prendere delle strade completamente opposte ai tuoi ideali, significava sentire perenni chiacchiere su come il tuo fosse solo tempo perso, “non arriverai mai”…quanto si sbagliavano…
I pianti fatti da piccolo si sono trasformati in coraggio per affrontare le difese avversarie, per cercare di scalare classifiche, per cercare di inseguire un sogno chiamato Serie A.
22 gol con il Teramo in C
23 gol con L’Empoli due anni fa in B
25 gol con il Brescia lo scorso anno in B
4 gol in 5 partite di Serie A
Chissà se adesso, dopo tutto questo, avrebbero ancora il coraggio di metterti in dubbio“.

world dream day La carta d’identità dice 29 anni da compiere il prossimo 30 novembre. Non pochi per chi da grande, quando grande lo è già, vuole fare il calciatore. Il cognome che pesa per un puro caso di omonimia, le lacrime per quel gol al Cagliari, all’esordio, poi ingoiate, amare, quando la freddezza della Var ha detto “No, non è valido” mentre gli occhi avevano già disegnato arcobaleni, tramonti ed albe da togliere il fiato. Ma di lì a poco il paesaggio avrebbe preso colori indescrivibili e lo avrebbe fatto perché tu, tavolozza alla mano, non avresti potuto dipingere quadri dal senso artistico più acuto. Ma, pennello alla mano, ci sono barili di creatività a cui rendere giustizia che possono sopravvivere solo se sprigionati e lasciati liberi, proprio come i sogni, proprio come i tuoi sogni.
Perché la normalità di un ragazzo come te, Alfredo Donnarumma, attaccante del Brescia, all’esordio in serie A, capace di mettere a segno 4 gol in 5 partite, è l’armatura perfetta di chi ha deciso di arrampicarsi sulle nuvole per godersi lo spettacolo dall’alto.

Il world dream day è più che una giornata, è uno stile di vita, è un diritto sacrosanto, è la magia che rende luce e giustizia al nostro essere, è il coraggio di prendere a due mani la propria anima, scuoterla, e lasciar cadere sul tavolo tutto ciò che racchiude.
Nel più remoto angolo di uno dei vostri cassetti troverete, imbrattato di polvere, un po’ sbiadito forse, ma più vivo di quanto possiate immaginare, il sogno che cullavate da bambini, quello che “lascialo lì poi si vedrà”, quello di cui quasi ci si vergogna e che a pochi si confida, con fatica pure a se stessi, ma che non ha mai smesso di abbracciarci e tenerci, in un qualche modo, legati a sé.

Nel vortice delle domande in cui ogni giorno ci troviamo a destreggiarci, annientiamo i dubbi dinanzi ai nostri sogni, sconfiggiamo le paure, abbandoniamoci alle forti braccia che li contengono, e li proteggono, perché potremmo essere tutto se ci credessimo, perché saremmo il niente se non sognassimo.

Dedicato a chi non ha mai smesso di sognare.

Foto juventusnews.24

Juventus Women? No, Juventus wonder woman: Campionesse d’Italia!

Giuro che troverò il tempo per raccontarvi il milione e mezzo di emozioni di questo weekend, emozioni che tra l’altro domani potrebbero triplicare, ma lasciatemi spendere due parole per queste ragazze che hanno contribuito alla grande a tingere l’Italia di bianco e nero.
La Juventus Women non resiste alla tentazione di “copiare” i maschietti e al primo anno in assoluto in serie A si laurea Campione d’Italia. 
Al Silvio Pioli di Novara è andato in scena lo spareggio contro le leonesse del Brescia giunte prime in classifica al pari proprio delle bianconere; e così ci sono voluti novanta minuti ulteriori per capire chi fosse la più forte di questa stagione. Ma siccome novanta minuti, dopo le 22 giornate messe in saccoccia, sembravano pochi, ecco che si è arrivati a 120, e siccome anche 120 sembrava non fossero abbastanza, ecco i calci di rigore, ad oltranza oltretutto. Primo e secondo tempo congedano le due squadre con uno 0 a 0 in cui, però, è la Juve a mostrarsi più propositiva, Juve che tra l’altro colpisce un palo ed una traversa con Bonansea. Nei supplementari la stanchezza la fa da padrona, le ragazze di mister Guarino rischiano solo con qualche calcio da fermo, ma non riescono più a trovare il guizzo che le consacrerebbe, rimandando così la consacrazione ai calci di rigore. Qui si presenta sul dischetto bomber Bonansea, conclusione parata da Ceasar. Inizio in salita, dunque, per la squadra di Torino, che però non sbaglia più: Rosucci, Gama, Galli, Cernoia e Boattin vanno tutte a segno, Brescia invece, nonostante le reti di Girelli, Giugliano, Sikora, Sabatino, vede i suoi sogni di gloria infrangersi con i tiri dagli undici metri di Daleszczyk (ottima parata di Giuliani) e Di Criscio, che spara alto il rigore decisivo.
Si scatena la festa sulle tribune ed in campo, la Juventus si prende lo scudetto 2017/18.
Siamo la prima società che al primissimo campionato di serie A riesce a vincere lo scudetto…siamo nella storia!afferma felicissima Sara Gama, capitano bianconero e della Nazionale. E come darle torto. E’ successo proprio così, la Juventus come altre società in passato, ci ha creduto, ci ha scommesso ed ha vinto. Tanto è difficile chiederle di più, quanto è facile però sperare che tutto ciò continui a muoversi, in una sola direzione, per emergere.
Il Calcio è anche donna, il calcio è di chi lo ama. Non apriamo parentesi questa sera sull’organizzazione, sulla premiazione, sulla gestione mediatica dell’evento, e bla bla bla, ci sarà tempo per ogni cosa, teniamoci negli occhi lo show di 22 e passa ragazze che hanno dimostrato una passione ineguagliabile. Però mentre loro continueranno a correre dietro ad un pallone, cara Italia del calcio, cara Figc che proprio pochi giorni fa ti sei svegliata dal tuo torpore accorgendoti che esistono anche donne calciatrici, inizia a correre va che siamo indietro anni luce e che magari, dopo stasera, qualcosa in più l’hai capito, quantomeno ciò che ti sei persa fino ad oggi.
Per il resto…fino alla fine forza Juventus! Onore a voi.