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Rome swim Rome, day three and four: anche prendessi un ergastolo sto con te

La mia esperienza romana la mettiamo in bacheca con un giorno tre e quattro da far girare la testa perchè “Rome swim Rome” porta i centimetri di pelle d’oca dai 100 (rana) ai 1500 (stile libero) senza preavviso.

Non faccio classifiche ma faccio considerazioni sparse per chiudere il mio personalissimo cerchio di quest’avventura estiva mentre gli Europei di nuoto continuano a regalare emozioni anche a distanza e con uno schermo di mezzo.

– Se un giorno dovessi avere un figlio lo chiamerò GiorgioMinisini tutto attaccato. Se l’Italia detta legge è perchè il nuotatore artistico romano si presenta in acqua con la leggiadria di Roberto Bolle e la determinazione di Roberto Carlos con palla sul mancino. Vola nella piscina del nuoto sincro come se facesse questo sport da sempre, lui da sempre (per colpa di mamma coach) lo fa per davvero peccato che fino a poco tempo fa non era previsto in versione maschile. Ora se sia stato lungimirante o abbia solo avuto una botta di culo non è dato sapersi, resta il fatto che si presenta alle interviste da incallito giocatore del fantaeuropeo con imbarazzanti occhiali da sole e dediche ai limiti della credibilità, ma vincenti.

– Il tridente delle suore modenesi spopola sulle tribune del foro italico. “Rome swit Rome” è un pubblico incandescente che non ti aspetti ma che raggiunge l’apice con Elisa, Aurora e Greta tre suore francescane fans di Paltrinieri e Minisini (su tutti); alcune cronache locali non si lasciano sfuggire lo scoop di un possibile poker entro Parigi 2024, i bookmakers quotano la Mary Seven a 2.5; in effetti mi ero accorta da un certo “non so che” di essere sulla strada buona già da un pezzo.

– Benedetta Pilato a 17 anni vince titoli europei spuntandoli con la biro dalla lista della spesa. Io a 17 anni ascoltavo i Ragazzi Italiani con “Vero Amore” e credevo che di lì a poco sarei diventata grande.

– Ho messo tre kg con i tramezzini di Casa Arena, quando sono entrata mi hanno regalato una maglietta taglia S, quando sono uscita se la sono ripresa con disprezzo affibbiandomi una xxl e sguardo alla “Ci scusiamo per il disagio” (testo di Trenitalia, dirige l’orchestra Frecciarossa).

– Nell’estate del 2009 il brasiliano Cielo ai Mondiali di Roma vinceva la medaglia nei 100 sl con il crono di 46.91, record del mondo. Nell’estate del 2022 il rumeno David Popovici, grande fan di Erliing Haaland, alla veneranda età di 17 anni decide che è il momento di far crollare questo wr e con 46.86 dice: “Signori e signore la maggior età è solo un numero, per chi ancora non lo avesse capito, da oggi comando io”. Fra dieci anni potrò ancora dire: io c’ero. Mi inchino.

– Per chi stesse ancora aspettando le dichiarazioni dei ranisti italiani su Rai Due post medaglie nella gara dei 100, niente paura: cercatele su Rai play e saprete tutto del TG2. (Icona con la mano in faccia).

– Siccome la pazienza è la virtù degli altri ma non la mia, Nicolò Martinenghi l’ho intervistato di persona, spero che alla Rai non dispiaccia. E tra l’altro gli ho trovato un difetto, è interista. (Orgoglio varesotto 😍)

– Io eclettica come Thomas Ceccon lo sono stata solo a scuola quando inventavo novecento scuse per non essere interrogata in inglese (compresa l’imboscata dentro la cartella); per parlare del nuotatore veneto io scomoderei “Dio” Michael Phelps. Con umiltà sia chiaro.

Gregorio Paltrinieri è nella top ten dei dieci sportivi italiani più forti di sempre? Sì. Mio parere personale. Sbaglierò? Amen (Cassano docet). The King.

– “Scusate da qui per andare alla stazione termini che bus devo prendere? “Fai così, così e così, tutto chiaro?”. “Certo”. Ho speso 22.5 euro di taxi. Ma ho una dignità e non ve lo racconterò che ho preso il 32 nella direzione sbagliata, che me ne sono accorta solo al capolinea, che per non perdere il treno ho dovuto prendere un taxi e che ho dovuto pure corrompere l’autista per arrivare in tempo, il che mi è costato 12 anni di vita vista la guida alla Max Verstappen. E non insistete, perché ho detto che ho una dignità e non ve lo racconterò.

B&B Chez Livia & (la mia preferita) Maybe: voto 10-. Il meno è chiaramente dettato dalla rottura con fiamma e scintilla dell’arricciacapelli (fondamentale in questi giorni di tasso umidità 112%), ma tutto il resto, e come sempre, è stato perfetto 💙

– Finché non mi seppelliscono sto con te, Carbonara di Cave Canem.

Rome swim Rome, grazie di tutto e ci vediamo presto…Daje!

LEGGI ANCHE —> ROME SWIM ROME, DAY TWO: SIAM SENZA VOCE, L’ITALIA CHIAMÒ

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Rome swim Rome, day two: siam senza voce, l’Italia chiamò

Cerimonia di premiazione, alzati in piedi, mano sul cuore e via con l’Inno; cerimonia di premiazione, alzati in piedi, mano sul cuore e via con l’Inno; tasto repeat e moltiplica per cinque. Che figata! C’è un’Italia del nuoto che va fortissimo, vederla dal vivo, festeggiarla con migliaia di persone, abbracciare sconosciuti, d’un tratto fratelli, è adrenalinico e romantico. Adrenalinico non sto manco a spiegarvelo perchè, romantico perchè nell’abbraccio stretto senti i cuori che battono all’unisono in un ritmo costante fino all’affanno dell’Italia Chiamò. Eppure la mia giornata in questo “Rome Swim Rome” (quanto mi piace questo slogan?”) non era iniziata propriamente così. Andiamo con ordine.

L’esperienza ATAC è qualcosa che devi vivere sulla pelle. E per sulla pelle intendo che devi proprio sentire ogni gocciolina di sudore scendere dalla fronte per attese spasmodiche sotto il sole cocente ad una qualsiasi fermata del bus. Trentacinque minuti d’attesa tendenti ai trentasette, valgono questo e molto altro. Nel molto altro vado a comprendere: amicizia con badante rumena. Ha abbandonato dopo 12 minuti. Badante peruviana solo di passaggio. Amicizia approfondita con badante filippina, unica superstite di una lunga attesa che mi ha sventolato il suo curriculum con tanto di punta nostalgica nel ricordare l’esperienza modenese: “Modena, bella sì, ma niente male, qui male più vicino”. Scusi ma in che senso niente male? Cioè voleva essere menata? “Ah ah, simpatica tu, niente male. Nuotale. Male”. Aaaaah mare. Boh forse non era proprio una punta nostalgica. Il tutto mentre la cassiera della Conad rincorre in ciabatte una vecchietta per darle il resto e Baloo, un pastore tedesco di 912 kg, cerca in tutti i modi di farmi pipì sulle scarpe. Poi in lontananza, il 911. Salva (forse).

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Nicolò Martinenghi LEN-Roma 2022

E con queste premesse mi avvio allo stadio del Nuoto. Riesco a sbagliare la fermata nonostante gli annunci dell’altoparlante, e più passa il tempo e più mi rendo conto di aver bisogno di ferie nonostante sia in ferie. Una delle trovate più geniali che avrò sarà quella di gustarmi il pranzo sul prato zuppo d’acqua della zona nebulizzatori: risultato chiappe bagnate per tutto il giorno ed alone sui jeans degno di una delle mie abilità più grandi in assoluto, fare i gavettoni. Nella maggior parte dei casi li faccio agli altri però, ci tengo a precisarlo.

Al villaggio approda anche il Gennari. La presentazione è degna del personaggio: un paio di kg di Amatriciana maldestramente camuffati con una camminata di 4 km, una maglietta da buttare ed un cellulare scarico senza traccia di caricatore nello zaino. Lo adoriamo così.

Il tripudio del pomeriggio azzurro parte dall’oro che Minisini si (ci) regala nel nuoto artistico. E scivola via con il trionfo di Margherita Panziera nei 200 sl, di Thomas Ceccon nei 50 farfalla, di Nicolò Martinenghi nei 100 rana e di Simone Quadarella negli 800 sl, quest’ultima profeta in patria e lanciata sui social anche da un messaggio del capitano della Roma di Lorenzo Pellegrini. Nel mezzo mettiamoci anche gli argenti di Federico Poggio nei 100 rana e della staffetta 4×100 mista mista. Così, per non farci mancare nulla. Ma se credete che fra di loro si nasconda l’eroe di giornata, vi sbagliate di grosso.

Semifinale dei 200 dorso. In corsia quattro si presenta il francese Yohann Ndoye Brouard. E niente mentre tutti partono resta con il blocchetto tra le mani. Piovono “Mon Dieu”, “Manaccia a la putain” e “Libertè Egalitè Fraternitè torna a casa sto Mbappè” (che sa tanto di Euro 2020). Il suo momento viene rimandato a fine giornata. E quando parlo di suo momento parlo di una gara da solista in corsia 4. Che poi io, nel dubbio, ne avrei scelta un’altra. Ma dopo la scorpacciata di ori il pubblico ha ancora la forza di sostenerlo e di proclamarlo eroe di giornata. Lui nel frattempo si prende la finale. E tanti saluti. Rome Swim Rome.

Off topics di giornata.

  1. Ho ufficialmente deciso che l’attesa di un bus ATAC è equiparabile solo all’attesa di una gioia.
  2. La sauna non fa dimagrire altrimenti chiederei residenza nel tendone del nuoto artistico.
  3. Quanto sei bella Roma quann’è sera (Grazie Liviuccia per un mini giro turistico che non passa mai di moda) 😍

foto Len Media

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Rome Swim Rome, day one: entusiasmo, freschezza ed Inno

Undici maggio – undici agosto, tre mesi esatti e poi ditemi che non esistano coincidenze. Torno a Roma per uno splendido “Rome Swim Rome” dopo quella sensazionale esperienza con i The Jackal, con Juve – Inter, con la finale di Coppa Italia rimasta stretta stretta come un nodo in gola difficile da sciogliere, ma anche con la grande consapevolezza di essere più coraggiosa di quanto abbia mai creduto fino a quel momento.

Cogliere le occasioni e salire sui treni in corsa, non è roba da tutti. E siccome io non sono tutti, e questo ora lo so per davvero, potevo forse non presentarmi agli europei di nuoto a Roma? È così che arrivo allo Stadio del Nuoto, con l’Olimpico sullo sfondo, le gambe che tremano il giusto e tante, troppe farfalle nello stomaco.

La mattinata scorre veloce, gli atleti italiani fanno esattamente quello che devono fare, io mi vivo ogni centimetro di questo villaggio europeo. Mi piace come è organizzato, con spazi creati ad hoc per tutti, dal turista, al tifoso, al giornalista. Nell’aria c’è una freschezza ed un entusiasmo che non percepivo da un po’ e quando quell’entusiasmo si mischia ai mille colori di altrettante bandiere, è la combo perfetta per un inizio di “ferie” con i fiocchi.

La cerimonia inaugurale racconta proprio questo ed in ogni discorso e saluto di tutte le autorità che vanno via affacciandosi su Roma 2022 spicca tanto la condivisione, la vicinanza, quanto la possibilità tornata galoppante di essere finalmente pronti a godersi dal vivo, di nuovo, tutto questo. E tutto questo non è solo un europeo di nuoto, ma è un portone che si spalanca di fronte all’opportunità e alla voglia di credere che l’Italia sappia sempre cosa deve fare in queste circostanze e che piano stia persino imparando tempi e modi. Guai a dimenticarsi di Federica, Lea e Gastone. La prima è la madrina dell’evento, di cognome fa Pellegrini e forse qualcuno la conosce pure (in una forma smagliante), Lea e Gastone sono i due cani da salvamento, formidabili.

Il day one di “Rome Swim Rome” è un concentrato di emozioni ed adrenalina. Se “Casa Arena” vale di più (molto di più) di una sala stampa, il nuoto sincro azzurro si tinge d’argento mentre poche ore dopo nei 400 misti Alberto Razzoli riesce già a farci cantare l’inno. Un paio di gradini più in giù c’è Pier Andrea Matteazzi che si aggiudica la medaglia di bronzo; e poi ci sarà una staffetta 4×200 sl che grazie a Stefano Di Cola completerà una rimonta da secondo posto.

Le altre tre note super liete di giornata sono:

  1. Le due postazioni dI ventilatori che spruzzano acqua (termine tecnico nebulizzatori per chi stesse già procedendo all’acquisto su Amazon)
  2. Il Fantaeuropeo: ebbene sì, c’è ancora spazio per le malate di Fantacalcio come me (per info vedere le mie stories su IG e per doppia info “Daje Mary Seven Team”).
  3. Questo dialogo: “Mamma ma i genitori dei campioni dove si siedono?”. “Si siedono là, perchè?”. “Perchè allora quando sarà un Campine di nuoto anche tu verrai a vedermi e sarai seduta là”. 😍

foto Federnuoto
foto Len Media