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Mondiale femminile, Italia out: senza coraggio, si vive di rimpianti

Vorrei dire tante cose in questo momento ma forse è meglio sbollire la rabbia per un Mondiale Femminile che sarebbe dovuto e potuto essere tutt’altro.

L’Italia è fuori dai giochi e lo fa dopo una partita dominata dalla paura negli occhi, ed è questa la cosa che fa più male. Perchè c’è sempre modo e modo giusto? Perchè il testa bassa o testa alta vale tutto, giusto? Ecco, e allora è racchiuso lì il senso di ogni discorso, anzi, vado oltre, il senso dello sport.

Le tante scelte sbagliate e che forse solo chi segue il calcio femminile può capire, portano al suicidio tecnico e tattico, ma questo non può andare ad inficiare sulla mancanza di certezze e di consapevolezze, su un cuore ed un’anima che erano pronti a dare tutto e che invece sono stati forzatamente rinchiusi in gabbia senza trovare la chiave per far provare loro l’ebrezza della libertà.

E davvero, io mi chiedo, e questo vale a qualsiasi livello, come puoi pensare di affrontare una partita mondiale con il cuore in affanno e lo sguardo che traballa? Come puoi credere di mettere in fila, passo dopo passo, un cammino in cui raccogliere fiori e luce senza il sorriso sul volto?

Come puoi pensare di giocarti tutto senza coraggio? Il coraggio di rischiare una giocata, il coraggio di guardare negli occhi un’avversaria 15 centimetri più alta di te, il coraggio di fare scelte dolorose ma almeno sensatamente giuste, il coraggio di credere nell’esperienza, nel valore, nella volontà di ogni singola pedina di un domino che ora, ahinoi, è crollato rovinosamente a terra, mischiando ogni pezzo. E forse, alla luce di tutte queste constatazioni, ancor di più il coraggio di prendersi delle responsabilità…e questo è il più imperdonabile degli errori.

Se questa sera, sulla pagina IG di Donne sui Tacchetti, si parlerà di scelte, di tattica, di numeri, qui, l’ho già detto, lascio fluire le emozioni, e sono troppo arrabbiata, delusa, rammaricata, per tutto quello che poteva essere, e non è stato.

È il Mondiale femminile dei rimpianti? Sì, per l’Italia, è il mondiale femminile de rimpianti.

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Cristiana Girelli

Come d’incanto, Cristiana Girelli: l’Italia femminile (mi) fa già impazzire

Ebbene sì, come d’incanto, Cristiana Girelli.
La prima partita dell’Italia al Mondiale Femminile la riassumi in quelle lacrime miste a grinta, in quell’esultanza, in quell’abbraccio che toglie il respiro, così stretto da non volersi disunire più. Ma su questo non c’erano dubbi perché un’Italia così unita vuole “solo” scrivere un pezzo di storia.

La penna, o la bacchetta magica che dir si voglia, oggi è passata tra le mani di Cristiana Girelli, che quel numero dieci sulla schiena non gliel’hanno certo cucito lì per caso e che chissà quanti pensieri deve aver collezionato nella sua testa per ottantaquattro minuti. Io me la immagino così la sua partita.

Fremi, incoraggi le compagne, ti agiti per un fuorigioco di qualche centimetro, tiri un sospiro di sollievo, poi dai un’occhiata alla coach, e anche un’altra, “magari mi nota, io ci sono”. Ti chiama a scaldarti, ma poi ti accomodi di nuovo. Guardi il tabellone, minuto 75 e ancora 0-0, “Dai mandami in campo, fammi giocare”, alzi lo sguardo un po’ timidamente e provi ad incrociare il suo. “Accelera Cristiana che tocca a te”, boom, prima scossa. Intensifichi il riscaldamento mentre c’è un rombo di tuoni nella tua testa ed un concerto di emozioni nel tuo stomaco. Le tieni a bada, devi essere concentrata, anche se un po’ ti lasci cullare da quella magia lì, è nota lieta, candore, purezza, cuore. Mannaggia al cuore oh, che ce lo metti sempre.

Ti liberi della pettorina come una leonessa che sta evacuando dalla gabbia, la lavagnetta si alza, c’è il numero di una 16enne piena zeppa di personalità che sta uscendo, ed il tuo numero, il numero dieci, quello dei leader, che sta entrando, tu che di personalità nei sempre avuta da vendere, fin da quando ti facevi largo tra la folla di un settore giovanile colmo di maschietti e con la tenacia di chi sapeva già cosa fare da grande “Io farò la calciatrice”. E così entri per davvero, il tuo Mondiale inizia in questo momento, all’84esimo, quando mancano appena 360 secondi per prenderti la scena. “Un’enormità” devi aver pensato, “posso fare di meglio”, e così in 180, mentre Boattin, che ti conosce bene, afferra dalla scatola dei “cioccolatini” quello più gustoso, tu lo scarti e lo trasformi in un Uovo di Pasqua nel mese di luglio, se non è una magia questa.

E la sorpresa? Nessuna sorpresa per chi ha segnato quasi 250 reti in carriera e più di 50 in Nazionale. Ma poi basta guardare il tuo volto, con quella “cazzimma” che potrebbe riempire almeno altre 12 carriere, e quelle lacrime che mai come oggi hanno il sapore più dolce.

Il tuo momento, “Il mio momento”, ripeti a basse voce, il nostro momento, gridiamo insieme.
INSIEME.
Questa magia non conosce limiti.
Si canta già: “Notti magiche” ad Auckland stanotte, “Giornate magiche” in Italia, dall’altra parte del globo.
E allora lo vedi Cristiana? Era già scritto, era già tutto scritto, era anche il 1990, il tuo anno, quando “Si inseguiva un gol sotto il cielo di un’estate italiana”… …grazie per averci messo la tua bacchetta magica, è così che il destino si trasforma in sogni, ed è così che i sogni si trasformano in realtà.

Foto Azzurre Figc

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