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E intanto il tempo passa e tu non passi mai: buon compleanno Giuliano Sangiorgi

Questa è una lettera d’amore.
Ed è una lettera d’amore perché tante volte l’amore è nato dalle parole che tu stesso mi hai dedicato. E lo hai fatto di proposito; perché quando ti travesti da compositore di ninne nanne, quando la natura ti offre il dono unico di saperti prendere cura delle parole, insediarti nei cuori malconci, come il mio, equivale ad essere il dottore di malanni apparentemente incurabili, ed è ciò che di più naturale tu possa fare.
Ed è per questo che ci conosciamo anche se non sappiamo nulla di noi.
Questa storia d’amore è iniziato con un “verde coniglio dalle mille facce buffe“, un coniglio che ancora oggi, talvolta, esce dal cilindro e sa spiazzarmi, ma dietro quelle facce buffe c’erano già le verità, nude e crude, di una vita che hai saputo spiegare tramite versi di poesie melodiche. Perché a vent’anni pensi di avere tutto davanti agli occhi e tra le dita, i sogni non bastano mai e l’orizzonte pare sempre a portata di mano.
Poi c’è stato l’amore, anche quello carnale, ed è stato consumato e vissuto tra “nuvole e lenzuola“, con ore “lente e inesorabili che attraversavano i silenzi del mio cielo“, ed avrei voluto vestirle di eterno quelle ore, ed avrei voluto dissetarmi con lo scandire di quel tempo che sembrava nostro, nostro e basta, il tutto “in bilico, tra santi e falsi dei, nel segno di un’estate che non sarebbe dovuta finire mai”, mai e poi mai, vissuta “in quel posto che in realtà non c’è, basta la magia per far sì che tu possa respirare dalla stessa pancia mia“.
Ma questo era ancora solo l’inizio, il corteggiamento, la fase della conoscenza che porta due anime a scontrarsi e scrutarsi. Poi siamo andati oltre, ci siamo “tolti le mani dagli occhi” ed abbiano iniziato a vedere ciò che fino a quel momento non avevamo il coraggio di osservare, siamo andati oltre. Abbiamo oltrepassato il traguardo a testa alta perché troppa era la voglia e la curiosità di scoprire cosa avremmo trovato passo dopo passo lungo il nostro cammino, sempre a testa alta anche perché non siamo mai stati capaci di non affrontare la vita occhi negli occhi.
Abbiamo poi fatto “passi indietro“, abbiamo ammirato un mondo “meraviglioso“, ci siamo asciugati gli occhi di quella lacrime mai versate, e “scusa se non piango, troppe volte lo fai tu per me“, e troppe volte lo ha fatto lui per me, salvo poi invertire la rotta ed inondare la mia vita di tutte quella lacrime più propense a farmi affogare piuttosto che a sciogliere il dolore.
Tappa dopo tappa, sorriso dopo sorriso, cicatrice dopo cicatrice, non sono mancati i “singhiozzi” che sapevano di respiri sospesi e di vita buttata giù a pezzi forse troppo grossi per essere assaporati a dovere, non ci siamo fermati, non ci siamo arresi, nonostante tutto siamo andati avanti, non abbiamo interrotto i nostri percorsi nonostante le mille domande, nonostante ci fossimo chiesti più di una volta cosa ci stesse capitando, “cosa stesse realmente succedendo”, nonostante intorno a noi “bruciasse Londra” nonostante “io t’abbia odiato e amato, amato e poi di nuovo odiato“. “Il sole, dov’era finito il sole?” Dentro di te? Dentro di me?
Ma voltata pagina ecco il tempo dei baci rubati, perché “di amarci non ne saremmo mai stati capaci, ma non abbiamo mai saputo trovare una spiegazione a tutti quei baci“, a quella linfa vitale, a quell’amore che non era amore ma che era noi e bastava finché bastava, finché le frasi non dette trovassero posto nel mio e nel tuo altrove, un altrove che non combaciava mai, se non lì, in quei baci rubati che condannavano il cuore ma non la mente.
E a quel punto divenne vitale chiudere gli occhi e cercarlo nei sogni “quell’amore così grande“, quella passione travolgente, quella bocca che s’accende, mentre andavo a caccia dell tuo respiro, e mi trovavo a fare i conti con l’affanno più lieve che solo un campo ed un pallone sapeva cullare.
Ma tra la spensieratezza e la ricerca di un posto nel mondo, “o di un città intera dentro ad un abbraccio“, anziché viaggiare spedita verso altri lidi ed altri porti, ci sono stati nuovi ostacoli, ed un nuovo sudore da raccogliere in un soffio di vento, nuove parole a cui non credere, perché in quella stanza, là dove l’amore dovrebbe comandare corpi, mani e pensieri, c’era solo da stare “attenta“, attenta a non morire, attenta a non ferire. Affacciarsi ad una finestra per vederti volare, aggrapparsi ai ricordi per capire che “il tempo di misura in brividi“, domandare all’aria come stai e ricevere risposte nei suoi sibili, sapere che “si vedono gli alberi anche da lì” e che il mondo, nonostante tu possa apprezzarlo da un po’ più lontano, resti quel mondo speciale in cui si può anche volare; ma ovunque andrai, ovunque andrò, sappi ehe io ti terrò sempre qui, “tra lo stomaco e la gola, dove batte forte il petto, c’è un esercito di anime da sempre pronte a tutto, solo per difenderti“, perché è così che si fa con le persone speciali che valgono più di un sentimento qualsiasi.
E dopo aver voltato pagine, dopo esserci cambiati d’abito, puntuali come una sentenza, arrivano le domande, ti guardi alle spalle e ti chiedi dove e cosa hai sbagliato, cosa non ha funzione, stili un elenco di colpe di cui non conoscevi nemmeno l’esistenza e che d’un tratto ne senti il peso addosso quasi a soffocare ogni tuo respiro, e non ti piaci, non ti piaci più, e lo sai che poi in fondo meriti altro ma “l’amore non passa“, “l‘amore qui non passa mai“, e aspetti il ballo col vestito buono, e la musica in sottofondo pare un giradischi rotto che fa pace col silenzio, che lascia il vuoto ai ricordi di quell’amore che è “passato svelto e che è rimasto incastrato dentro“.
E chissà se tornerà, chissà se i potenti si accorgeranno dei loro errori, chissà se sapranno “ricucire con ago e filo” quelle ferite che bruciano ancora, chissà se “prima dell’imbrunire” sapremo ancora prenderci per mano, sapremo ancora restare, senza svenire, senza voltarci, senza sparire.
E allora dove sono finiti tutti i sapori della “prima volta“? Le tue battute, i tuoi sorrisi, il tempo lento che sapeva spogliarci ogni notte e darci certezze, tutte quelle che poi di giorno trovavano posto solo nell’angolo più remoto della mente…eppure io, di quella prima volta che è stato niente ed è stato tutto, ricordo persino il profumo, un profumo che ancor oggi è troppo nitido per le mie narici, che sta lì a sorprendermi anche quando la tempesta fa capolino, capace di trascinare tutto con sé ma non quell’odore, il tuo odore di pulito e buono, “che ha mirato al centro un po’ per sbaglio e per sbaglio ha vinto“, e non lo sa, non lo sa…
…e così, nonostante tutto, nonostante i sogni infranti e quelli ancora in circolo, nonostante le botte prese, le speranze disilluse, gli oceani nel mezzo al di là delle montagne, e le ferite che bruciano, nonostante tutto ciò non passo far altro che chiederti di amarmi, e allora “amami, anche se non mi conosci, ti prego amami anche se siamo nascosti, amami senza dovermi cercare, senza sapere da che parte stare, resta nel mondo in cui tu vuoi invecchiare, io verrò a prenderti lì…“, affinché questa sia davvero una di quelle storie d’amore da favola, quella del per sempre.

Grazie Giuliano per aver fatto sì che ogni tua nota corrispondesse ad un pezzo della mia vita, per aver fatto sì che questo connubio diventasse indissolubile, incapace di slegarsi capace solo di incastrarsi, di tenersi stretto, di dondolarsi, di scambiarsi sguardi per vedere, là dove c’è buio, quella luce che significa “No, non è tutto qui, c’è speranza e ci sono stelle, e mentre le convinco a disegnare nel cielo infinito qualcosa che somigli a te“, ricordati di donargli i tuoi sguardi, ricordati d’indossare un paio d’ali per lasciare tutti i dubbi alla “finestra”, e volare là dove goderti il panorama significa ritrovare te stessa.

Dimenticavo Giuliano, buon compleanno 💙

I miei viaggi più belli li ho fatti con i libri, o con la musica; penso che l’immaginazione sia la vera libertà che ci resta” – Giuliano Sangiorgi

Non tutte le rocce finiscono per sgretolarsi…buon compleanno Papy 💙

Il primo sguardo è stato il tuo, i nostri occhi si sono incrociati e si sono scelti, si sono intrecciati senza mai più slegarsi.
Le prime mani sono state le tue, mani che mi hanno cullato e scaldato, mani che mi hanno dato l’appiglio a cui mi sono sempre aggrappata con la convinzione che da lì non sarei mai caduta.
Le prime braccia sono state le tue, braccia che mi hanno accolto, consolato, confortato, tenuta al riparo quando avevo bisogno di protezione, lasciato andare quando le sentivo troppo strette per le mie ali ingombranti.
La prima dose di passione, di grinta, di testardaggine, di determinazione, di ribellione, di coraggio, di cazzutaggine, di permalosità, arriva da lì, da quel caratteraccio a tratti spigoloso, a tratti troppo sensibile, orgoglioso per dimostrarlo al mondo, forte abbastanza per trattenere tutto dentro, assorbire i colpi e restare in piedi, camminando a testa alta con gli occhi dritti all’orizzonte e l’obiettivo mai troppo distante da far prevalere il tremolio delle gambe su quello del cuore.
Ma davvero tu, proprio tu, sei qui a preoccuparti del giudizio della gente? Tu che più di tutti ha imboccato la tua strada fregandotene delle scorciatoie e dimostrando di farcela con le tue sole forze?
Tieni sempre a mente dove finisce l’uso e dove comincia l’abuso
Tutto ciò che non uccide, fortifica“.

È passato del tempo, tanto non lo so, quanto basta per rendermi conto che ancora oggi ogni primo pensiero dinanzi alla salita, a pochi metri dal traguardo, o pochi metri dopo averlo oltrepassato è per te, te che sei forza assoluta, roccia che non sa sgretolarsi e bene infinito.
Come sempre questa è per te, per tutte le volte che me l”hai cantata e per tutte le volte in cui ancora risuona nella tua testa, te che sei e sarai sempre la mia roccia, ed io la tua bambina.

Buon Compleanno Papy 💙

365 meravigliosi giorni dopo: buon compleanno Riky del mio cuore

Trecentosessantacinque giorni dopo…

…la luce di quella notte, l’attesa, lo sguardo già pieno di te, la sensazione di non capire cosa stesse succedendo e la certezza che qualcosa stesse definitivamente cambiando, poi ci siamo incontrati, con il cuore che mi scoppiava nel petto, le mani che tremavano e la paura che i miei occhi non fossero abbastanza per meravigliarsi a tal punto da contemplarti come meriti, ma quando eri lì, fra le mie braccia, ho capito che non c’era niente al mondo che valesse quanto te.
Trecentosessantacinque giorni in cui ti ho scoperto ed amato dal profondo.
Chiudo gli occhi e ti respiro a pieni polmoni, il tuo profumo odora di vita ed inebria la mia;
chiudo gli occhi e vedo il tuo sorriso, i tuoi capelli color miele e quegli occhietti che sanno di mare, le tue mani così piccole, i tuoi piedini scatenati, i rotolini di ciccetta e quelle guanciotte, quella boccuccia che è la linea di congiunzione con il mondo.
Apro gli occhi e trovo la perfezione. Trovo una forza della natura, trovo già un “fratello maggiore”, trovo un piccolo ometto che ha saputo stravolgermi, abbracciarmi, amarmi, tenermi stretta a sé e ti prego non smettere mai guardarmi come solo tu sai fare, tu che non sei regole e che sarai sempre la mia eccezione.
Trecentosessantacinque giorni dopo ed il bello è che siamo ancora all’inizio di questa meravigliosa avventura in cui, passo dopo passo, so che non saremo mai troppo vicini per soffocarci né troppo distanti per non sorreggerci e per non sceglierci.
Io, la tua madrina, la tua zia tutta matta, ti auguro la leggerezza per volare in alto fin dove tu voglia arrivare, ti auguro giorni felici, spensieratezza, progetti, forza, sogni, salute ed amore regalandoti il mio, per sempre.

Buon compleanno Riky del mio cuore.

I love you

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Auguri Mamma, tvb…anche se non te lo dico mai 💙

Tu hai presente la persona più paziente, più buona, più dolce, più apprensiva, più rompiscatole, più unica, più speciale, più comprensiva, più timida, più bizzarra, più cuoca di lasagne e carbonara, più “basta uno sguardo ed ho già capito tutto”, più “se hai bisogno ti rimbocco le coperte”, più “sono sempre qui per te”, più ragionevole, più sensibile, più generosa e che più ti ama esattamente per quello che sei, l’unica che lo farà per sempre qualunque cosa accada?
Io sì, auguri MAMMA, buon compleanno!
TI VOGLIO BENE, anche se non te lo dico mai 💙

Vai Vai Vai Paolino e…buon 50esimo compleanno

Per tutti quelli che hanno avuto come me la fortuna di crescere con questo esempio che scorrazzava sui campi di calcio, per tutti quelli che, invece, sono vissuti in un’altra epoca e non hanno potuto godere di tale privilegio ma che sono comunque riusciti a sbirciare video, foto, a leggere interviste e parole e discorsi, e a cibarsi di tanta maestria, eleganza, temperamento, compostezza, tenacia, baci sulla maglia…

…per sempre, nelle pagine degli album dedicate alle leggende ci sarà impresso un nome su uno sfondo rossonero, incorniciato per mettere in risalto la caratura di un grande uomo e di un grande campione che ha saputo trasformare il suo sogno in realtà e che ne ha suscitati tanti altri, portandoli poi a compimento, nei milioni di occhi che di lui si sono innamorati.

Mezzo secolo da standing ovation.

Buon 50esimo compleanno, Paolo Maldini!