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Pedro, 8 anni e il sogno delle Figurine Panini

Mi sono imbattuta in un articolo che mi ha commosso. L’ennesima storia tenera che racconta di povertà ma che non dimentica di far riflettere.
A Bauru, in Brasile, vive Pedro, 8 anni, e come tanti bambini di quell’età è innamorato del calcio ed ha una grande passione, le figurine Panini. Ma andare a chiedere i soldi a mamma e papà, genitori di una famiglia che a fine mese ci arriva col contagocce, che deve contare i centesimi, famiglia a cui il superfluo non è concesso, risulta una mission impossible. E nel superfluo, purtroppo, rientrano anche quelle tanto amate figurine che Pedro non desidererebbe altro che collezionare, proprio come fanno tutti i compagni della sua età.
Chissà quante volte il piccolo deve aver fatto dei tentativi per averle o chissà quante volte ha soffocato dentro di sé la sua richiesta, conoscendo già ogni risposta. Ma se la passione è tanta ed i Mondiali in corso non fanno altro che metterci il carico da 100, allora ci vuole tutta la creatività, la genialità, la purezza che solo un ragazzino di 8 anni può avere. Carta e matita diventano le più fedeli compagne di Pedro, la fantasia si tuffa sui fogli bianchi, i colori e la voglia trasformano tutto in realtà ed ecco che il giovanotto dà vita a ben 126 figurine su 682 totali che appartengono alla collezione Panini Mondiali 2018.
Il piccolo verdeoro viene immortalato, finisce su Twitter, e sotto gli occhi di Antonio Allegra, direttore Mercato Italia della Panini: “Come non premiare cotanta creatività?”. Ed ecco che un’intera collezione di figurine Panini Mondiali 2018 ha già presa il volo per oltrepassare l’oceano ed arrivare dritta dritta fra le braccia di Pedro.

Pedro aveva un sogno, un piccolo grande sogno, e si è inventato il modo per realizzarlo. Ed è stato premiato.
Ed ora che CR7, Messi, Neymar, Kane, Mertens e tutti gli altri sono fra le sue mani, saprà certamente come prendersene cura, con quella magia che fa di Pedro già un’amabile ed invincibile, inguaribile, sognatore.

Che meraviglia le piccole cose.

 

Foto corriere.it

I supereroi sono…normali: è un mondiale double face

I mondiali di calcio sono iniziati da appena 5 giorni eppure si sono già dati molto da fare nello stupirci in lungo e in largo.
Partiamo dai risultati, dai gol, dalle acrobazie, da quei messicani che sputano sangue e battono i campioni in carica (e sti cazzi), da quei numeri dieci che guardano le partite dalle panchine e da quelli che sbagliano un rigore proprio quando meno te lo aspetti, cosa ne evince? Ai miei occhi solo una cosa: questo è il Mondiale degli alieni.
Dai, senza troppi giri di parole: un Cristiano Ronaldo che contro la spagna piazza una tripletta letale, a cosa può essere paragonato? Ed un portiere che di professione fa il regista (o videomaker per gli amici di Rovazzi) e che para il rigore nientepopodimenoche a Lionel Messi? Ma il gol di Mertens? E L’assist di De Bruyne? E il Messico che fa secca la Germania? E la Svizzera che stoppa Neymar & Co? No dai ragazzi, seriamente, questo è il mondiale degli alieni. Ma non degli alieni – alieni e basta, anche e soprattutto dei normali che diventano alieni. E mi verrebbe solo da dire…finalmente. FINALMENTE. Che il Mondiale è di tutti. E chissenefrega se vince uno solo, a me pare che siano già tutti vincitori, troppa è la festa che si percepisce anche solo mentre friggi i fiori di zucca in pastella e la tv la intravedi di passaggio. Ok, scusate: mentre mia mamma frigge i fiori zucca in pastella ed io glieli rubo alla faccia della dieta 😉
Comunque senza divagare troppo, anche se è il mio pezzo forte, a me sti Mondiali gasano, e questi risultati “sorprendenti” mi gasano ancora di più, rendono tutto più avvincente. Mischiano, come detto, alieni con persone comuni e aiutano l’imprevedibilità a prendere il sopravvento sulla scontentezza.
Fantastico. 
Allora buona serata gente, qualunque cosa facciate non dimenticatevi, però, di dare una sbirciatina a queste nazionali che, tra sorrisi e lacrime, ce la stanno mettendo proprio tutta per rincorrere quel pallone che contiene il sogno più grande: spingere il proprio paese il più in alto possibile, nell’olimpo degli dei del calcio, lasciare che un’intera popolazione getti in cantina ogni pensiero e si goda la spensieratezza di quella che è una grande festa.
E chissà mai che questa volta gli alieni saranno “solo” normali, ed i normali si trasformeranno in alieni.
Non ve lo nascondo, io un po’ ci spero 😉