Tanti auguri a Paulo Dybala, il mio 2^ numero dieci del cuore
Happy birthday Paulo Dybala, joya bianconera
Ho avuto la fortuna di vivere la mia adolescenza nell’epoca Del Piero, un numero dieci di quelli che ti resta dentro, che ti cambia la vita, che ti accompagna, ti cresce, che scardina dalle pareti dell’anima le emozioni a forma di ancora, appigliate a quegli scogli, e dello stesso colore del mare.
Il mio amore per il calcio nato esattamente con me e conosciuto nelle notti magiche di un Totò Schillaci che ci ha fatto accarezzare un sogno, è cresciuto pari passo con Alex, un giocatore, un capitano, un uomo fuori dall’ordinario.
Quando Del Piero lasciò la Juve nella mia testa scattò un “non ci sarà mai più un numero dieci degno di indossare questa maglia”, ed è ancora così, e probabilmente sarà sempre così.
Un giorno, all’improvviso…Paulo Dybala
Ma poi un giorno, in uno dei miei mille lavori notaii uno sguardo e sentii l’esigenza di far ricongiungere quello sguardo non solo con quei due colori, ma con quella frattura, non per colmarla o ripararla, ma per rispolverare ciò che c’era accanto e che aveva comunque ragione d’essere.
È strano perché il gesto atletico di quella sfida non era altro che un calcio di rigore. Routine, forse, nell’arco di una partita, quasi banalità, ovvietà per un numero nove con la maglia rosanera. Il tiro dagli undici metri è sempre quella cosa che se lo segni, hai fatto il tuo, come se quel gol valesse meno di altri, e se lo sbagli sei lo zimbello di tutti per un po’, addirittura un bel po’ se è poi uno di quei rigori che pesa.
Eppure, ti guardai calciare un rigore, e rimasi coinvolta, troppo coinvolta per tenermi dentro un: “Questo deve venire alla Juve“. La concentrazione, i pochi passi, quell’interno sinistro che pareva una carezza al pallone, il gol, l’esultanza al punto giusto, non c’è stata solo una componente che mi ha convinto è stato un mix, una linea che ha unito i puntini che davano forma ad un numero, ad un nuovo numero dieci.
Ha segnato, con il numero dieci Paulo…Dybalaaaa
Il trasferimento a Torino, i primi gol, le prime magie, le incomprensioni, i “vendiamolo” anzi no “teniamolo”, la doppietta al Barcellona, un cuore infranto che finisce sui giornali, gli scudetti, le punizioni, quella terribile finale con il Real Madrid, le tue paure. E ancora il gol con la Lazio, uno dei miei preferiti, la tua prima tripletta bianconera con il Genoa, proprio quando al mondo stavo arrivando “Il Riky del mio Cuore”, la convivenza con tutti gli attaccanti passati da Torino e non rimasti, sei stagioni ed il premio di miglior calciatore della serie A, il tutto condito dai soliti tormentoni…”È il nuovo Messi”, e i “Non sarà mai come Del Piero”, dimenticando sempre che tu sei semplicemente Paulo Dybala.
Aveva ragione Alex quando diceva: “La maglia numero 10 della Juve deve essere indossata, non ritirata. È bello che tutti i bambini possano sognare di giocare con una maglia che in 113 anni è stata vestita da grandissimi campioni. La Juve c’è stata, c’è e ci sarà a prescindere da Alessandro Del Piero“.
Non me ne vorranno i Tevez e i Pogba ma io resto della mia e dopo Alex Del Piero non trovo altro giocatore al mondo che possa indossare con lo stesso stile la maglia numero 10 della Juventus.
Ci sono cose che non possono essere messe in discussione, tipo queste. ⬇️
Buon compleanno Joya, buon compleanno Paulo Dybala.
photo loscherma
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