Tanto tempo dopo…di nuovo qui, ancora in piedi
Torno qui, tanto tempo dopo.
Il tanto tempo dopo è un qualcosa di indefinito, è qualcosa che non ti spieghi, è un non rendersi conto di tutta l’acqua che è passata sotto i ponti e soprattutto di non sapere nemmeno il perché.
La vita è imprevedibile, ci sono momenti e momenti. In questi mesi non sono riuscita a mettermi allo specchio, non sono riuscita a prendere le misure alle giornate e forse nemmeno a me stessa. Ho visto cose andare via e non trovare la forza di reagire per tenerle con me, ma ho anche afferrato a due mani il coraggio alla ricerca di un sogno, del mio sogno, che ora è realtà. E faccio fatica a crederci.
Ho dovuto canalizzare le mie energie in un’unica direzione, ho dovuto centellinare i minuti, le forze e non solo, ho camminato veloce in questo corridoio fatto di specchi per paura di soffermarmi a guardare trovando difetti che non volevo più vedere, che a volte fanno male, perché ai difetti spesso si aggiungono quelle le fragilità pronte a spuntare come i brufoli sul mento dopo tre enormi cucchiai di Nutella.
Quando ho spalancato la porta al più remoto angolo del mio cuore, non avevo idea che in uno spazio così piccolo mi sarei anche potuta perdere. Sì, mi sono persa. Ma poi mi sono anche ritrovata. Il momento della riflessione, in realtà, non è mai mancato, camminava fianco a fianco ai miei pensieri e non si è mai allontanato troppo da loro, li ha imprigionati, insieme all’ossigeno di parole che mi avrebbero permesso di respirare.
Tanto tempo dopo, comunque in piedi
Ero in apnea. Sono ancora in apnea. Ma ho scoperto di avere i polmoni più grandi di quanto potessi immaginare.
Negli anni ho imparato a camminare a testa alta e se è vero che guardarsi allo specchio è come svuotare un barattolo di sale sulle ferite, è vero anche che, proprio quella testa alta, mi ha permesso di affrontare il futuro, di guardarlo dritto negli occhi e di non lasciarlo fuggire troppo lontano.
Non importa se tanti di voi non capiranno questi pensieri disordinati, avevo bisogno di svuotare la borsetta sul tavolo e di ritrovare le chiavi. Eccole. Devo inserirle nella toppa e girare nel verso giusto.
C’è un tempo per ogni cosa, è vero, anche per rendersi conto del disordine intorno senza dimenticare però, che il pavimento è lontano. Sono in piedi.
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