Thiago Silva e il Psg: quando la classe non è acqua…
Prima di andare a nanna vi racconto una storia.
C’era una volta un paesino francese di 15 mila abitanti circa che in una bella sera di maggio decide di svuotarsi completamente e di passare novanta minuti allo stadio. Giunto nell’impianto della capitale, allo Stade de France di Parigi, ha la fortuna di poter ammirare grandissimi campioni come Edison Cavani, Dani Alves, Thiago Motta, Thiago Silva, Angel Di Maria, e chi più ne ha più ne metta, ma la capacità di non rimanere abbagliato da una squadra stellare è l’appiglio che li permetterà di vedere oltre e di percepire come quella non sia la più grande fortuna della sua serata. La vita e soprattutto il mondo del calcio, potrebbero raccontare di migliaia di episodi alla Davide e Golia, dove anche i più deboli riescono a farsi valere sui più grandi, ma quando i “Davide” sono i tuoi “fratelli”, tutto ha un sapore diverso, ed un’emozione diversa. Questa sera (anzi ormai ieri sera) una squadra di terza divisione ovvero il Les Herbiers ha sfidato nientepopodimeno che il Paris Saint Germain nella finale di Coppa di Francia. Ora, diciamolo subito, Lo Celso e Cavani ci hanno messo lo zampino archiviando la pratica sul 2 a 0, ma se per una volta dicessimo chissenefrega? Un paesino di 15 mila abitanti completamente svuotato perchè 15 mila erano i tifosi allo stadio a sostenere quei ragazzi che nonostante si siano ritrovati di fronte campioni di scena mondiale, hanno avuto il coraggio di fronteggiarli senza che le gambe tremassero, a testa alta e dimenticandosi di ogni conseguenza. C’era un presente troppo importante da vivere, c’era un paese da non deludere, c’era la volontà ferrea di credere in un miracolo, visto che di sti tempi, tra l’altro, vanno di moda. C’era anche un capitano avversario, però, che al momento della cerimonia di premiazione non ci ha pensato due volte nel condividere la gioia dell’alzare al cielo l’ambito trofeo. Sì, avete capito bene, Thiago Silva, mica pizze e fichi, ha chiamato l’altro capitano, Sebastien Flochon, in tribuna d’onore e niente, gli ha messo in mano la coppa e insieme a lui l’ha mostrata alla Francia per intero.
Davvero c’è qualcosa da aggiungere?
Questo è il classico caso in cui il risultato non conta un cazzo, e la conferma che no, non è solo un gioco.
Buonanotte vincitori e vinti.
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