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Voi come la chiamereste<\/strong> quella pelle d’oca, quel brivido lungo la schiena, quel nodo allo stomaco, quel luccichio negli occhi, quella voglia matta di ballare e d’un tratto di ascoltare un piano e la sua dolce melodia? Voi come la chiamereste quella mente che vola alla ricerca di chiss\u00e0 cosa e quella mano che si allunga verso la persona che hai accanto, trovandola, a volte ma non sempre, sentendola, di certo, nel pi\u00f9 remoto angolo del proprio cuore?
\nE’ stato questo e molto altro Ermal Meta<\/strong>, ieri sera, all’Ippodromo Le Bettole di Varese, dove si \u00e8 concesso per quasi due ore di musica a migliaia di persone accorse solo per lui. E forse un po’ anche per se stesse, regalandosi una serata di leggerezza, di “zero pensieri” e di amore. Eccolo il denominatore comune che ha trovato posto al di l\u00e0 di ogni cosa, che ha indossato l’eleganza di vestiti che non hanno mai sbagliato taglia perch\u00e9 “E’ l’amore che ci tiene in vita<\/em>“.
\nUno dopo l’altro Ermal ha snocciolato tutti i suoi successi di Vietato Morire e di Non Abbiamo Armi<\/strong>, quei due album che in altrettanti anni sono stati il biglietto da visita di un cantante che fino a poco prima si divertiva pi\u00f9 a scriverle quelle canzoni meravigliose piuttosto che a canticchiarle. Ermal si \u00e8 completato proprio quando ha preso il microfono in mano lasciandosi andare tra le sue stesse parole e la sua purissima voce.
\nIl Lake&Sound Fest ha fatto bingo<\/strong> perch\u00e9 quella cornice perfetta, quando Piccola Anima mi aveva gi\u00e0 fatto venire le lacrime agli occhi, ha racchiuso anche una luna spettacolare e le luci in lontananza che ricadevano su uno scorcio di una Varese che in questa notte non ha saputo dormire ma solo sognare.
\nE allora lo so come si pu\u00f2 chiamare quella pelle d’oca, quel brivido lungo la schiena, quel nodo allo stomaco, quel luccichio negli occhi, quella voglia matta di ballare e di ascoltare, quella mente che vola e quella mano che si allunga alla ricerca del suo pezzo di puzzle, lo so: si chiama magia<\/strong>. Ed Ermal Meta, come il pi\u00f9 grande dei maghi, ha tenuto tutti incollati a se stesso senza svelare fino in fondo i trucchi di un mestiere raro e nobile concesso a pochi, il mestiere dell’incanto e dell’amore incondizionato.<\/strong><\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":"
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